"La scuola pubblica – continua Cannamela – è massacrata quotidiniamente da un governo che non ha cuore il futuro di questo paese: dov’è quell’incentivo alla qualità di cui la scuola aveva bisogno? Sta forse nelle classi composte da 35 studenti? O nel maestro unico? Quello che sta portando avanti il governo per la scuola pubblica è un paradosso temporale, riportandola indietro al medioevo. Alla Scuola Bosina, scuola privata fondata nel 1998 dalla moglie di Umberto Bossi, leader leghista, non a caso il numero massimo degli studenti è stabilito a 15: è evidente che anche loro hanno capito che una scuola di qualità è necessariamente legata anche ad un numero di studenti limitato, necessario per seguirne l’apprendimento e la formazione".
"Quindi è chiaro il modello che il governo ha in mente: dequalificare il pubblico per aprire le porte al privato, in una logica redistributiva al contrario – scrive ancora l'esponente di sinistra – chi ha di più potrà permettersi una scuola migliore per i propri figli, che diveranno classe dirigente di domani; chi ha di meno si godrà il sovraffollamento degli istituti pubblici. Dunque, per finire, dico al governo ed ai suoi locali rappresentanti, che se non bastano loro le vite di centinaia di persone (solo in provincia di Siena), sospese nel vuoto della precarietà, in attesa di una risposta che probabilmente sarà negativa, pensino almeno che nel mondo della competizione globale dequalificare la scuola equivale a distruggere il futuro dei ragazzi e delle ragazze di questo paese. Chiedo cosa c’è di innovativo in tutto questo. E non io, ma il futuro del nostro paese e del nostro territorio esigono una risposta".