Per una banca a misura delle persone e per un sindacato che esista
SIENA. Sono queste le mie personali priorità con quali parteciperò allo sciopero generale di venerdì 27 ottobre procalamato dal Sindacato Sallca-Cub.
Mi viene da sorridere, seppur amaramente. L’unico, vero sindacato del Monte dei Paschi di Siena, sì l’unico che non regge la coda all’azienda è un sindacato che ufficialmente non esiste, non essendosi piegato agli input delle aziende bancarie ratificati nei CCNL e a quelli di Rocca Salimbeni espressi nei Contratti integrativi e nei Piani di Ristrutturazione, partoriti con il gentile ossequio degli pseudo-sindacalisti cosiddetti rappresentativi. Quel sindacato è il SALLCA -CUB.
Grazie all’accordo liberticida sulla rappresentanza sindacale del 24.10.2011, si “consegna il monopolio della rappresentanza ai sindacanti firmatari di contratto, impedendo la libertà di organizzazione e l’esercizio dei relativi diritti. La democrazia sindacale è morta: per firmare accordi e contratti basta il consenso delle organizzazioni e non è più richiesto quello dei lavoratori interessati”.
La storia del Monte è la storia di un sindacato che ha sempre puntato le sue antenne verso Siena spinto dall’irrefrenabile impulso di privilegiare gli interessi dei vertici e sacrificare così quelli dei dipendenti. Non starò qui a ripetere le vergognose “prodezze” messe in atto dai sindacalisti di ogni colore e grado, alle quali si aggiungono quelle che il comunicato del SALLCA-CUB ha da ultimo evidenziato con precisione.
Il titolo la dice lunga e descrive perfettamente lo stato fattuale. “Mps: la carota delle parole, il bastone dei fatti”. Il contenuto lo potete leggere qui. Io voglio citare solo il seguente capoverso: “Quello a cui si assiste al Monte dei Paschi è un avvitamento autoritario, repressivo, che configura una forte regressione nei rapporti capitale-lavoro”.
Questo assioma dovrebbe far balzare dalla sedia i sindacalisti veri, quelli che non perderebbero tempo nell’organizzare assemblee fra i lavoratori (l’ultima ormai si perde nella notte dei tempi), per poi ricorrerere a tutte le forme di lotta, sciopero compreso, per ristabilire una giusta pax lavorativa.
Invece che fanno? Volantini innocui di copertura, incontri assidui con la Dalla Riva, riunioni inutili con i massimi vertici aziendali, per poi partorire accordi quadro o tondi inconcludenti e commissioni miste utili come l’aspirina contro i tumori. Insomma tanto fumo per nascondere la dura realtà: quella che ci raccconta di pseudo-sindacati del Monte che assecondano docilmente la politica dell’azienda, abbassandosi a comodi cuscinetti dei diktat dei vertici nei confronti dei dipendenti.
Avete sentito da ultimo un qualsiasi sindacalista vestito di giallo muovere un ciglio a fronte dell’ultima campagna pubblicitaria del Monte che altro non è che un vero e proprio oltraggio nei confronti dei lavoratori?
A proposito, dottor Palocci sto ancora aspettando che Lei mi delucidi sul significato dell’inciso contenuto nel comunicato emesso per la
“Nuova campagna pubblicitaria per Mps: Più forza alle persone”. Forse quando ha parlato della “Banca completamente rinnovata nei vertici” ha inteso rivelare con eleganza lo scoop delle imminenti dimissioni dell’Amministratore Delegato, nonché Direttore Generale Dottor Marco Morelli?
Certo, è un fatto che i sindacalisti amanti del giallo campino sulla ingloriosa inerzia di coloro che dovrebbero tutelare e che non si smuovono nemmeno con il trattore. Sindacati e montepaschini sono due corpi osmotici e letargici, alla mercè dell’azienda che continua a permettersi di tutto e di più.