Intervento del Comitato Cittadini Sovrani e Beni Comuni
SIENA. La riflessione che si è sviluppata negli ultimi incontri del Comitato ha avuto a tema lo stato dell’arte relativo ai due esposti presentati alle istituzioni competenti relativi: il primo in ordine alla gestione dell’Opera Metropolitana della Cattedrale di Siena circa alcune criticità legate ad atti compiuti dalla Fabbriceria nell’atto di compravendita di un immobile soggett o a vincolo tra la Fondazione Istituto per la Gioventù Santa Teresa e l’Opera della Metropolitana e alla legittimità della nomina di un membro del C.d.A. della Fabbriceria; il secondo concernente aspetti problematici emersi nell’attività amministrativa del Comune di Siena in direzione dell’istituzione Santa Maria della Scala. Se sul piano del primo esposto, anche in considerazione della pilatesca posizione della Prefettura di Siena nella “tardiva” risposta ad esso (alla presentazione del 3.12.2014 ha fatto riscontro la risposta del 12.3.2015 nei termini evasivi accennati), il Comitato (cfr. la nota del 18.3.2015) ha ritenuto opportuno in un secondo momento sollecitare l’interessamento delle istituzioni preposte a garanzia del rispetto dei principi di legalità – in direzione della tutela dei beni comuni, nel secondo caso ha scelto subito la strada maestra inviando l’esposto alle Istituzioni da interessare.
In questo secondo caso è, per ora, pervenuta la risposta (in data 7.5.2015) della responsabile della Soprintendenza delle belle arti e paesaggio per le provincie di Siena – Grosseto – Arezzo, che “assicura la massima attenzione su tutte le attività che il Comune porrà in essere in relazione alla tutela del Bene culturale”.
Nel sottolineare la necessità di studiare forme e modi perché i due esposti non restino inevasi, nel Comitato è risultata, inoltre, opinione condivisa la centralità della questione morale dato l’intreccio spesso presente tra corruzione e pratiche amministrative illegali, nella consapevolezza che in molti casi siano proprio le procedure non rispettose delle norme, e quindi illegali, ad aprire la via alla corruzione. Opportunamente, come più volte ha sottolineato il Presidente della Repubblica, “mancanza di cultura (in questo caso cultura amministrativa) e corruzione vanno spesso insieme”, senza dimenticare che si può rappresentare il Comune nel C.d.A. della Chigiana non sapendo leggere uno spartito né avere una cultura musicale (cfr. la composizione del consiglio direttivo dell’Accademia: il riferimento al Sindaco di Siena non è fuori luogo). In questo quadro il Comitato, fermando la riflessione all’oggetto della sua attenzione (la gestione del S.M.S.), ha preso atto dell’avviso di gara, diffuso dalla direzione affari generali/servizio gare e appalti, “per l’affidamento dei servizi di accoglienza per il pubblico da eseguirsi presso il Complesso Museale di Santa Maria della Scala in Siena” (in data 30.4.2015, a firma della dott.ssa Lorella Cateni in qualità di “responsabile del procedimento”, redatto dalla dott.ssa Chiara Ravenni), a scadenza entro le ore 12,00 del 28.5.2015. Il Comitato ritiene che ancora una volta il Comune si muova lungo percorsi che non rispettano le norme che disciplinano le azioni e le attività inerenti alla gestione di un “bene culturale” da parte di chi ne ha la tutela (nel caso il Santa Maria della Scala e il Comune di Siena). Intanto all’art. 3 in ordine all’oggetto (“affidamento dei servizi di accoglienza per pubblico”) si continua a far confusione tra valorizzazione diretta e indiretta, secondo quanto indicato negli artt. 112, 115 e 117 del D. Lgs. 42/2004.
Il Comune, inoltre, continua a muoversi nell’ambito di quanto contemplato nel D. Lgs. 163/2006, che è tutt’altra cosa: si sceglie infatti la procedura dell’affidamento in appalto, del tutto fuori luogo per servizi che devono essere affidati in concessione. Tale confusione condiziona pesantemente sia il punto 4. (Disciplina economica dell’appalto), esplicitamente coniugata a danno del Comune e a vantaggio dell’affidatario sia il punto 5. (Modalità di aggiudicazione, in quanto gli elementi e i sottoelementi presi in considerazione risultano inficiati dalla confusione che governa il punto 3. C’è, poi, da ridire anche in ordine ai punti 6, 7, 8 (soggetti ammessi alla gara, requisiti di ordine generale e di capacità a contrattare con la pubblica amministrazione, requisiti di ordine professionale e di capacità economico-finanziaria e tecnico-organizzativa), che sono redatti in maniera tale da indurre a “sospettare” l’utilizzo di un disciplinare in qualche modo concordato. Lo stesso rilievo può essere fatto anche per il punto 10 (documentazione di gara), tenuto conto che il tempo concesso per approntare la documentazione richiesta lascia pensare a soggetti già preventivamente ritenuti in condizione utile per l’affidamento dell’appalto. Non può passare inosservato, inoltre, quanto, di soppiatto, viene affermato nell’ultimo capoverso del punto 3 (oggetto e durata del contratto): “Il contratto avrà durata di mesi 10, e segg.”. Affermazione pesante che lascia capire non solo che il Comune non è in grado di percorrere la strada maestra per la gestione del S.M.S., ma che non riesce neppure a pensare di farlo in un futuro ravvicinato. Tra i servizi oggetto dell’appalto, infine, al quinto alinea dell’elenco trova collocazione “informazione ed accoglienza turistica, “agenzia di viaggio per incoming”, vendita di servizi turistici”, attività che ricevono una connotazione propria dalle definizioni agenzia di viaggio per incoming, vendita di servizi turistici, dalle quali emergerebbe che informazione e accoglienza abbiano implicazioni commerciali: l’Ente locale può appaltare una attività commerciale – sulla cui titolarità ci sia permesso di dubitare, che la legge affida ad operatori privati operanti in regime di libero mercato? Il Comitato, in attesa di una qualche puntualizzazione, si propone di approfondire la questione. Considerando il tutto, il Comune, in definitiva, che a nome dei senesi è titolare del S.M.S., consegna in tal modo il bene comune a soggetti privati che perseguono fini commerciali, privatizzando gli utili a danno dell’Ente locale e della comunità, mascherando la propria funzione pubblica con la foglia di fico di una fantomatica commissione internazionale di livello più alto. Se questo è un modo corretto di gestire il S.M.S., bene culturale, proprio di tutti i senesi, di cui il Comune ha la tutela, il Comitato si permette di denunciare alla comunità tutta non solo l’inadempienza, ma anche, e soprattutto, l’incapacità dell’Ente locale di gestire un “bene comune”. Denunciando al tempo stesso la superficialità di comportamento, l’indifferenza, l’inerzia della maggioranza che governa il Comune di Siena, della minoranza e della stessa Giunta, che non possono non sentirsi responsabili di certe procedure e di certe decisioni.
Il Comitato, fermo l’esposto già a suo tempo avanzato, ritiene opportuno diffondere questa nota e farla pervenire anche alla Soprintendenza di Siena ed all’Associazione Avviso Pubblico.
COMITATO CITTADINI SOVRANI E BENI COMUNI