Giovanni Grasso torna sull'Università e riprende l'intervento di Raffaella Zelia Ruscitto fatto a chiusura di Siena Diretta Sera
di Giovanni Grasso
SIENA. Di seguito, la trascrizione integrale del commento conclusivo dell’intervista di Orlando Pacchiani (per Radio Siena TV) ai candidati rettori, nella trasmissione Siena Diretta Sera del 19/05/2016. Le riflessioni sono di Raffaella Zelia Ruscitto, giornalista de “il Cittadino online” che, il 3 ottobre 2013, ha ricevuto dall’Associazione Antigone di Siena il Premio “Pia de’ Tolomei”. Mi piace ricordare la bella motivazione: «premiata per l’autonomia e il coraggio con cui ha analizzato gli episodi che hanno segnato la storia recente e difficile di questa città. Con chiarezza e determinazione ha svolto il suo lavoro senza paura di ritorsioni o attacchi professionali e personali, dimostrando così che il coraggio delle idee attraversa trasversalmente le donne, promotrici in tante parti del mondo di battaglie per i diritti e per le ragioni della democrazia e della giustizia.»
Raffaella Zelia Ruscitto. Università, candidati a rettore, elezioni. Che cosa possiamo dire di questi candidati? Beh! Che hanno tutti bei programmi, belle speranze, buone intenzioni e tanto entusiasmo; l’entusiasmo delle idee, che finché restano idee sono perfette e condivisibili, ma che poi in qualche modo si devono scontrare con la realtà dei fatti. Una realtà, in verità, poco chiara per quanto riguarda lo stato reale dell’Università di Siena. Poco chiari, per esempio, innanzitutto i conti. Alcuni dicono che sono perfetti e in positivo e sempre meglio di anno in anno. C’è chi, invece, dice e sostiene che questi bilanci siano stati un po’ imbellettati, che gli sia stato messo un po’ di maquillage, qui e là, per rendere più visibile ai cittadini e alle persone comuni un progetto di risanamento che in realtà è molto più faticoso, molto più lungo e anche molto meno entusiasmante di quanto si voglia far credere. Diciamo che a leggere l’intervista del rettore, rilasciata al Corriere di Siena solo qualche giorno fa, sembra che tutto vada bene, che ci sia un entusiasmo dilagante e che al nuovo Magnifico non resti da fare altro che proseguire sulla strada già intrapresa da Riccaboni e aspettare soltanto il successo e la crescita dell’ateneo. Le belle parole, però, s’infrangono su ciò che noi, sappiamo bene, un po’ qui un po’ là abbiamo appreso dai vari commentatori di quello che accade all’interno dell’Università di Siena. Per esempio sul blog “Il senso della misura” del Prof. Grasso, uno dei blog più conosciuti a Siena per quanto riguarda l’Università, leggiamo un articolo a commento del programma del Prof. Petraglia. Il programma, in realtà, viene preso solo come spunto e a pretesto per fare un quadro di ciò che è realmente l’università in questo momento. Insomma si mettono a confronto le intenzioni del candidato a rettore e quella che è la base di partenza per vedere se, in effetti, le due cose possono essere l’una il prosieguo dell’altra. Quello che riporta l’articolo è una situazione non proprio brillante: metà delle lauree magistrali e metà delle triennali perse; raso al suolo il dottorato, così viene detto; perduti seimila studenti e 350 docenti e 100 stanno per venire fuori; non c’è, almeno al momento, un turnover; questa la situazione nel suo complesso, per cui c’è ben poco da festeggiare con questi presupposti; certo non ci si può lasciare andare al pessimismo e neanche si può pensare di potersi arrendere e lasciare andare così un’istituzione universitaria che è tra le più antiche del mondo. Bisogna, però, che a questo punto ci s’impegni non solo da Siena, ma anche il Governo e la Regione diano il loro contributo che anche i docenti che sono all’interno dell’ateneo diano il loro contributo e certo, come per il Santa Maria della Scala abbiamo appreso non da tanto tempo, ci sarà bisogno di trovare dei partner privati e per trovarli bisogna essere appetibili e quindi avere un progetto e un programma di ricerca interessante. Non vorrei essere nei panni del nuovo rettore, che dal primo novembre prenderà il posto di Riccaboni, però un consiglio nel mio piccolo mi sento di darglielo: di rompere con gli schemi fino a qui attuati e di tirare fuori tutta la verità senza più alcuna esitazione e alcun dubbio su quello che è lo stato dell’università e, possibilmente, esporre questa verità ai cittadini, ai senesi. Questo perché l’istituzione università è una proprietà dei senesi. Non vorremmo mai che accada per l’università quello che è accaduto già per realtà importanti per questa città. Rompere con gli schemi del passato e partire dalla verità per ridare un futuro all’Ateneo credo che sia già un buon presupposto per il nuovo rettore e magari, già solo questo, basterebbe per dare una ragione e un valore a questo nuovo Magnifico.