Il Siena Club Fedelissimi scrive un appello accorato
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La sensazione netta e diffusa è che sia in corso un braccio di ferro tra la Banca e la proprietà dell’AC Siena Spa, una partita a poker, o peggio, il famigerato e crudele gioco del cerino. Il tutto sulla pelle della Robur. Da una parte la banca che è convinta che la famiglia Mezzaroma sia in grado di fornire le garanzie richieste, dall’altra una proprietà che ha capito, crede o pensa che il fallimento del Siena sia un epilogo che non conviene a nessuno, banca compresa, se non in primis.
Le nostre sono semplici considerazioni o meglio deduzioni, niente di comprovato, ma è difficile trovare una chiave di lettura diversa. Una storia importante sta per essere cancellata e tutto tace, come se la sopravvivenza della Robur non interessasse a nessuno. Se qualcuno pensa che i tifosi si siano rassegnati sarà bene che riveda la propria posizione, altrimenti rischierebbe di trovarsi in situazioni inaspettate di difficile gestione. La grave crisi della Robur non è stata creata o voluta dai tifosi, ma è il frutto di una politica voluta e messa in atto con scientifica precisione. Purtroppo, e ci dispiace doverlo ammettere, la Robur è stata utilizzata e sfruttata e con essa la passione di tantissimi senesi che sono stati anestizzati dai successi.
Non sta a noi proporre soluzioni, non ne siamo all’altezza e non è un compito che ci spetta, ma sicuramente abbiamo il diritto-dovere di invitare tutti a trovare una soluzione per tenere in vita una passione comune a tantissimi senesi. È un invito quello che lanciamo, ma lo facciamo con determinazione e fermezza.
Dopo aver raso al suolo una città, vogliamo provare a salvare il salvabile? Oppure vogliamo buttare il sale sulle rovine e cancellare presente, futuro e passato? Il momento delle scelte non è più rinviabile, ognuno si assuma le proprie responsabilità e agisca di conseguenza, così come faremo noi tifosi.
Siena Club Fedelissimi