Un attento lettore scrive alle istituzioni paliesche
SIENA. Di seguito pubblichiamo la lettera inviata da Paolo Piochi al sindaco, alla sovrintendente beni architettonici e paesaggistici
per le province di Siena, Grosseto ed Arezzo, al rettore del Magistrato delle Contrade, al presidente del Consorzio Tutela del Palio ed al presidente del Comitato Amici del Palio.
“E’ di questi ultimi giorni la bella notizia della convenzione sottoscritta tra la Nobile Contrada del Nicchio ed il Comune di Siena volta alla presa in cura, manutenzione e restauro di un bene pubblico che presenta un elevato grado di consunzione quale è da tempo la Colonna e la Lupa del Ponte di Romana.
Nell’apprezzare il profondo significato dell’iniziativa che suggella una straordinaria sensibilità tesa alla salvaguardia/conservazione di un monumento cittadino, mi permetto al contempo di evidenziare come in tale convenzione sia stato implicitamente ribadito che il Comune di Siena è e rimane proprietario della Colonna e della Lupa del Ponte di Romana, al pari delle altre due stele ubicate in Piazza Postierla ed in
Piazza Tolomei ove, per le più rilevanti manifestazioni, vengono esposti i gonfaloni dei Terzi di Città.
Sebbene la Nobile Contrada del Nicchio possa rivendicare il pieno diritto del recupero di un monumento così storico, vorrei sperare che l’evento della restituzione alla Città di questa opera sia celebrato in modo solenne alla presenza delle massime autorità cittadine oltre che di tutte le Consorelle appartenenti almeno al Terzo di San Martino le quali avrebbero potuto invece sostenere pro-quota l’onere dell’intero
progetto restaurativo, poiché la stele del Ponte di Romana svolge, a tutti gli effetti e come le altre più sopra citate, una funzione squisitamente amministrativa di porta insegna civico.
Per questo motivo e facendo seguito a quanto peraltro già sufficientemente argomentato in proposito per iscritto in data 21 gennaio, 7 maggio, 4 settembre, 26 novembre 2014 ed ancora in data 16 gennaio e 18 aprile 2015 (lettere rimaste fino ad oggi prive di riscontro da parte dell’Amministrazione Comunale), mi permetto sollecitare di nuovo la S.V. Ill.ma a voler formalizzare una ufficiale presa di posizione sul tema sollevato, con particolare riguardo alla opportunità di voler disporre un’apposita ordinanza tesa a colmare quel vuoto normativo, peraltro riscontrato nel vigente “Rituale Contradaiolo”, che disciplini ed uniformi l’uso delle tre colonne lapidee.
Per l’autorevolezza del ruolo conferito, sarebbe altresì auspicabile che anche l’Onorando Rettore del Magistrato delle Contrade, cui la presente è diretta per conoscenza, si volesse cortesemente adoperare sulla corretta applicazione delle disposizioni in vigore ed in particolare sulla osservanza delle prescrizioni volte alla esposizione delle bandiere o di altri segni distintivi da parte delle Contrade che si affacciano su Piazza del Campo. Del resto la tutela e la credibilità delle nostre nobili tradizioni si fondano anche sul reciproco rispetto delle più elementari e semplici norme di comportamento.
Distinti saluti.
Paolo Piochi”