Un lettore deluso da anni di attesa continua a sperare...
SIENA. Spettabile Redazione,
prendo spunto dalla interpellanza presentata nel corso del recente Consiglio Comunale dal gruppo Per Siena, da voi puntualmente pubblicata, in merito ad una riqualificazione della zona dei Pispini e dell’attigua area fuori della omonima Porta o Porta San Viene per manifestare alcune personali considerazioni.
In tale interpellanza viene sollevato da una parte un problema peraltro comune anche ad altre zone della città intra moenia circa un progressivo degrado e continuo spopolamento del centro storico tale da rendere, come nel caso di specie, “più desolante l’ambiente circostante per l’assenza di potenzialità che possa stimolare l’apertura di nuove attività commerciali”, dall’altro si rileva – invece – come subito fuori Porta Pispini regni un annoso ed irrisolto caos derivante da una granitica carenza di posti auto dovuta non solo ad una significativa densità abitativa, ma anche ad un’attrattiva connessa a vari impianti sportivi, a strutture per infanzia e per anziani, oltre a numerose attività commerciali che qui insistono nel raggio di pochi metri.
Si tratta di disagi e criticità che impattano in maggior misura su Via Vivaldi, Via Cozzarelli, Via Formichi, Via Baldassarre Peruzzi e Via Aretina e che da tanti anni vengono denunciati senza alcun positivo riscontro, poiché nessuna amministrazione che si è fino ad oggi avvicendata nel Palazzo è riuscita a risolvere o, quanto meno, ad affrontare con la dovuta e necessaria determinatezza la questione a tal punto da spingerci a sospettare che si tratti di un reale orientamento nel voler lasciare quest’area come una vera e propria “zona franca”, peraltro mai sufficientemente protetta da una sistematica ed adeguata azione di controllo, come invece necessiterebbe ogni giorno.
Anche se in questi giorni sono giunte dal Palazzo rassicuranti dichiarazioni volte ad una riqualificazione di Via Vivaldi, in estrema sintesi non si può non rilevare come nel corso degli anni la volontà politica sia riuscita, con riprovevoli concessioni edilizie, a congestionare quest’area all’esterno di Porta Pispini, un’area che, rispetto a tutte le altre che si trovano immediatamente fuori delle sei porte della nostra città, rimane tuttora in evidente sofferenza.
Ma ciò che desta maggiore interesse nella stessa interpellanza è il richiamo che viene esplicitamente fatto all’impatto veicolare con parcheggi selvaggi che qui si incrementano a dismisura sia durante i giorni del Palio (per Via Vivaldi, ci permettiamo di aggiungere anche per gli incontri sportivi di un certo richiamo), sia per quelle feste rionali di alcune contrade del Terzo di San Martino che si prolungano per diversi giorni.
Appare del tutto evidente come il diffuso spopolamento del centro storico, unitamente ad una profonda esigenza di integrarsi con la vita della propria Contrada per i molti residenti che vivono altrove, accresca nelle persone il desiderio di partecipare e ritrovarsi alle manifestazioni che fanno ormai parte di una consolidata serie di appuntamenti organizzati nel corso dell’anno in ogni rione.
Il tutto impatta ovviamente in un aggravio di traffico nelle aree viciniore agli stessi eventi con inevitabili problemi di parcheggio in strade fuori delle mura urbane che, per loro natura, non sono in alcun modo più compatibili con certi numeri e diventate oggi inadatte a certe logiche.
Di fronte a questo stato di cose tanti cittadini rimangono quindi per diversi giorni sotto scacco ed assediati da indisciplinati/irresponsabili comportamenti degli automobilisti cui sarebbe bene che anche le nostre Contrade contribuissero a porre rimedio non pensando solo – come suol dirsi – “a fare cassa”, ma si facessero direttamente carico di evitare, per quanto possibile, i disagi e gli inconvenienti che si riscontrano nelle zone limitrofe al proprio rione, imponendo a loro carico una sorveglianza dei volontari volta ad ottimizzare la gestione del traffico e della sosta proprio in quelle aree più prossime al luogo della festa.
Alla luce di situazioni così congestionate, in occasione di appuntamenti che richiamano un alto numero di persone, sarebbe forse opportuno valutare l’attivazione di un efficace ed efficiente servizio di “navetta” in modo da collegare quelle zone del centro storico in cui si svolgono le feste con i parcheggi più decentrati. Così facendo ed adottando un accorgimento ormai comune perfino a molte sagre paesane, si potrebbe conseguire un duplice risultato: restituire una necessaria vivibilità ai cittadini ed assicurare una normalità alla circolazione stradale.
Altro aspetto cui varrebbe forse la pena di svolgere una profonda riflessione riguarda la chiusura delle strade/porte durante i giorni del Palio che, in alcuni casi, rende difficile perfino il transito pedonale.
Tale concessione dovrebbe limitarsi alle dieci contrade che partecipano alla carriera, imponendo invece alle altre sette di contenere lo svolgimento dei loro appuntamenti quotidiani entro le aree di proprietà che, in diversi casi, appaiono più che sufficienti per soddisfare le proprie esigenze.
Come già anticipato, non ci è dato sapere se e quando l’attuale amministrazione comunale riuscirà a risolvere
problemi che si rinnovano da tanti anni nell’area in esame, ma che sono comuni anche ad altre zone della
città.
Ad ogni buon conto il particolare periodo dell’anno che stiamo trascorrendo, in cui si è ormai lontani dagli
echi di galoppi concitati e si sono spente anche le fragorose urla dei contradaioli, dovrebbe agevolare la
stessa amministrazione comunale, d’intesa con il Magistrato delle Contrade, a porre rimedio a questo stato di
cose, ricercando soluzioni volte a regolarizzare comportamenti che con il tempo sono andati a modificare in
modo significativo le nostre tradizioni.
Se ciò non dovesse accadere e certe sensibilità non sufficientemente avvertire e/o supportare da un’adeguata
ed incisiva attività di controllo, penso che i preoccupanti e condivisibili temi manifestati con la interpellanza
presentata dai Consiglieri comunali del gruppo Per Siena rimarranno ancora per lungo tempo fini a se stessi.
Paolo Piochi