La riforma entrerà in vigore solo per le prime classi, ma le riduzioni di orario, negli istituti tecnici e professionali, coinvolgeranno anche le classi successive.
Che di una riforma ci fosse bisogno, è indubbio, così come si sentiva la necessità di un riordino dei quadri orari. Non si può nascondere tuttavia che questa revisione degli ordinamenti della scuola secondaria nasce dalla volontà di tagli alle spesa per l’istruzione, e a questa logica appaiono rispondenti le scelte di riduzione dell’orario, di compressione delle ore dei laboratori.
Si può cambiare, trasformare profondamente un settore scolastico che attende la riforma da anni senza investire, anzi partendo dall’assioma di un drastico risparmio? E quali saranno le conseguenze sul personale precario in conseguenza dei tagli di orario e di materie?
La seconda considerazione problematica riguarda i tempi di approvazione della riforma, che sono stati da un lato troppo celeri perché se ne potessero discutere i contenuti e dunque ci fosse un reale dibattito culturale nel paese, dall’altro troppo in ritardo rispetto alle scadenze dell’anno scolastico.
La richiesta che la Regione Toscana, con l’accordo di tutti gli assessori all’istruzione, aveva rivolto al governo era quella di posticipare l’avvio della riforma all’anno scolastico 2011-2012, per avere la reale opportunità di ripensare la programmazione dell’offerta formativa provinciale alla luce dei nuovi ordinamenti.
Abbiamo poche settimane di tempo per verificare le trasformazioni d’indirizzo che avverranno e anche scelte importanti riguardanti l’istituzione di nuove scuole, come quella del Liceo musicale, approvata dalla conferenza provinciale dell’istruzione, non hanno per ora alcuna certezza, dal momento che si pensa di istituirne in tutto il paese un numero assai ridotto, sempre per problemi di risorse.
Dal 26 febbraio al 26 marzo i genitori decideranno le iscrizioni alle prime classi della nuova scuola secondaria. Faremo tutto il possibile per sostenere le scuole nelle scelte di passaggio dal vecchio al nuovo ordinamento e .per offrire alle famiglie un’informazione chiara, attraverso i servizi di orientamento dell’Amministrazione provinciale.
Ci auguriamo che il Ministero voglia garantire agli uffici scolastici provinciali norme precise e il personale necessario per le operazioni di assegnazione degli insegnanti alle scuole, perché il ritardo delle iscrizioni comporta uno slittamento di tutte le operazioni e ciò potrebbe compromettere il regolare avvio del nuovo anno scolastico.
Ci sarà modo di ritornare a riflettere sulla riforma e sui cambiamenti delle scuole superiori della provincia. Certo, le preoccupazioni non mancano anche rispetto alla valutazione dell’asse culturale che impronta la riforma, e sono aggravate da altre misure che si pensa di introdurre.
Con un emendamento approvato in Parlamento nell’ambito della discussione dei provvedimenti sul lavoro è stato proposto di introdurre l’apprendistato a 15 anni, tornando indietro rispetto alla consolidata decisione che aveva portato l’obbligo scolastico a 16 anni, e agendo in controtendenza rispetto alle scelte europeee e alla necessità, nell’attuale fase di crisi economica, di elevare la qualità del capitale umano del nostro paese.
La Provincia di Siena intende invece rafforzare le azioni contro la dispersione scolastica e l’evasione dall’obbligo scolastico e sostenere le scelte delle famiglie più deboli dal punto di vista socio-economico, per dare a tutti pari opportunità formative.
Nelle prossime settimane apriremo un bando per assegnare borse di studio alle famiglie disagiate, in modo da sostenere l’iscrizione e la frequenza dei loro figli alla scuola superiore.
Perché nessuno resti indietro e perché l’istruzione sia un diritto di tutti.
Simonetta Pellegrini
Assessore provinciale all’Istruzione