SIENA. Oggi voglio raccontarvi una bella storia. Questo ragazzino che vedete in foto domenica ha segnato una bellissima tripletta a Prato in serie B. Non ha ancora 16 anni, li farà a marzo, e l’ho fatto esordire io in serie B lo scorso anno; ha ancora tanto da imparare ma ha alcune grandi e importanti qualità, e questo lo pensa anche il suo nuovo allenatore Michele Achilli, che lo ha convocato con la prima squadra. Fino a qui una storia come mille altre in ogni sport, vi chiederete dove è la bella storia?
La bella storia ora ve la racconto. Ad agosto 2018, cioè appena sette mesi fa, Riccardo era con i suoi amici a fare una girata in campagna con le biciclette, con la spensieratezza dei suoi 15 anni, quando all’improvviso succede l’incredibile: una banale caduta e la bici di un suo amico lo investe…una cosa cosi di solito si conclude, nel peggiore dei casi, con qualche abrasione, al peggio un osso rotto, roba che con al massimo 30/40 giorni di gesso sei come nuovo…e invece no. Quel giorno evidentemente qualcuno lassù era distratto e il destino si abbatteva su di lui come un macigno. La bici in questione aveva i freni a disco e nel tentativo di proteggersi con la mano il disco affilato gli tranciava quasi completamente il medio e la prima falange dell’anulare della mano destra. Trasportato d’urgenza al CTO a Firenze, il primo responso è terribile: la falange dell’anulare è persa e il dito medio, che era attaccato per un brandello di carne, è in condizioni disperate. Quando sono andato a trovarlo a Firenze nei suoi occhi si leggeva una unica grande disperazione: in pratica gli avevano detto e lui (che è un ragazzo in gamba!) aveva capito che aveva ben poche probabilità di ritornare a giocare a hockey, la passione della sua vita. Avere una falange, un dito in meno era alla fine sopportabile, ma attaccare i pattini al chiodo, quello no, quello era davvero troppo. Ma Riccardo non si arrende. Non si arrende prima di tutto la sua testa e di conseguenza non lo fa neanche il suo corpo…Lì per lì gli dico:” Ok, ora appena potrai ti metterai i pattini e verrai con me ad aiutarmi ad allenare i bambini, poi da cosa nasce cosa, sono certo che con il tuo carattere ci stupirai tutti, vedrai…”. Voglio pensare che un briciolino di quella grande, meravigliosa, potente forza di volontà che ha avuto gli sia arrivata anche da queste poche parole dette, lo confesso, più per confortare che per vera convinzione, in un momento davvero tragico. Sapevo però che una delle caratteristiche migliori che ha, anche come giocatore, è la voglia, il non mollare mai, la perseveranza, e a quella riponevo le mie speranze…
E infatti la sua voglia di tornare ad essere quello di prima piano piano prende il sopravvento su tutto; il medio, grazie al prezioso lavoro di una benemerita sanguisuga riesce ad assorbire tutto il sangue in eccesso e piano piano si salva, anche se con grandi difficoltà funzionali che lui con la costanza e l’esercizio sta cercando di recuperare per quello che è possibile; l’anulare però sembra non poter salvare la prima falange…ma lui è già contento così, perché essendo destro (Per chi mastica hockey) la mano destra è la portante, e aver salvato il medio in qualche modo vuol dire poter riuscire a tenere in mano una stecca…poi piano piano qualche spiraglio di luce, reagisce alle cure, la necrosi che pareva irreversibile si schiarisce e alla fine la sperata notizia, anche la prima falange dell’anulare è salva!!
A ottobre i medici lo autorizzano a rimettersi i pattini e, come promesso viene con me insieme ai bambini… ma deve stare molto attento, un ulteriore trauma potrebbe essere letale… e sui pattini anche il più bravo pattinatore è sempre un po’ a rischio… Che paura quando lo vedevamo perdere magari l’equilibrio e cadere su quel lato!!! Ma lui era sempre più forte! Si rialzava e con un sorriso ci diceva:” Niente, niente, tranquilli!!”
Giorno per giorno, settimana dopo settimana ha vinto lui. Ha ripreso in mano la stecca e piano piano ha ripreso ad allenarsi con i bambini. Si è allenato con loro per tre o quattro mesi, senza mai saltare un allenamento, con impegno con forza con voglia, masticando amaro quando non gli riuscivano le cose (avrei voluto vedere!!!); fino a che non si è sentito pronto per allenarsi con i grandi. Da qui ha iniziato un percorso con Michele Achilli, che – da grande uomo e da grande allenatore quale è – gli ha dato l’apporto decisivo di fiducia e sostegno e il 14 di gennaio del 2019 è rientrato in campo per giocare una partita ufficiale con la under17, categoria dove ha segnato in tutte le prime tre partite che ha disputato. Fino ad arrivare alla chiamata in serie B e a domenica scorsa.
Riccardo ha dato a tutti una grande lezione. Che nella vita ci sono cose insuperabili, certamente, ma se c’e’ anche solo una possibilità su un milione, se ci metti tutto te stesso, tutta la tua determinazione, la tua voglia di lottare, di sacrificarti, di soffrire CE LA PUOI FARE.
Ho scritto tutto questo perché tutti devono sapere quanto è stato grande questo ragazzino di quindici anni e mezzo ma soprattutto perché altri ragazzi possano leggere la sua storia e, se vivono una situazione difficile, prendere spunto…