Il circolo di Chianciano fa il punto sugli avvenimenti
CHIANCIANO TERME. La vicenda in corso della Quercia delle Checche, monumento e simbolo culturale del nostro territorio, impone alcune riflessioni in merito alle sue prospettive di vita, ma anche allo scarso livello di attenzione al territorio, nonché al grado di collaborazione tra i vari soggetti, associativi ed istituzionali, da cui l’attuale situazione è scaturita.
La perdita di una branca così importante accentua lo squilibrio che si era già creato, per responsabilità umane, e aumenta la fragilità generale della pianta. Questo può innestare un percorso di degrado veloce e definitivo.
Esistono già studi precisi e piani di intervento, in particolare l’ultimo elaborato dopo il collasso ( l’autopotatura ) della seconda branca. Questi contributi scientifici sono stati ignorati per troppo tempo, a parte pochi interventi secondari ed alcuni encomiabili tentativi di ridurre il danno prodotto dall’eccezionale siccità.
Quindi è indispensabile intervenire al più presto con le risorse e gli strumenti necessari. Non c’è bisogno di rallentare l’azione per ulteriori studi. C’è bisogno di muoversi subito sulle linee che già possediamo.
Questa situazione non è accidentale, anche se un evento atmosferico imprevedibile ha contribuito a farla precipitare. Da tempo la condizione specifica della Quercia era a conoscenza dei cittadini e delle istituzioni.
Alla base di quanto accaduto c’è una insufficiente, a volte inesistente, comunicazione e collaborazione tra associazioni ambientaliste, comitati sul territorio e istituzioni locali, che sono gli attori indispensabili per monitorare le condizioni del territorio, programmare e gestire gli interventi, purché operino in un clima sereno e di reciproca fiducia.
Quanto sopra è, a nostro parere, uno degli effetti del distacco della politica, e a volte anche delle amministrazioni, dalla gente e dalla terra di cui si occupa.
Quindi, anche in questa circostanza, invece di ripartire subito dalla condivisione e dall’impegno comune, si è preferito dare il via al balletto delle carte bollate. Questo potrà servire a stabilire eventuali responsabilità ( o a scaricarle l’uno sull’altro, probabilmente senza alcun esito finale ) ma certamente non servirà a cambiare marcia sulle politiche ambientali e ancor meno ad unire le forze locali per il benessere del territorio.
Alla politica, che da qualche giorno interviene preoccupata sulla vicenda ( cosa che va naturalmente apprezzata ) vorremmo dire che bisognerebbe riuscire, anche se non è sempre facile, ad intervenire prima che i disastri, piccoli o grandi, si verifichino. Tale aspetto appare sempre più evidente a tutti, dal piano nazionale a quello locale. Una seconda osservazione che ci sentiamo di fare è che comunità come le nostre, conosciute a livello internazionale, con molti strumenti normativi e organizzativi di intervento, debbano poter tutelare il proprio ambiente e il proprio patrimonio naturale senza che enti superiori, regionali o nazionali, debbano assumersene la responsabilità. A tal proposito il coinvolgimento del Ministero della Difesa, permetteteci, ci sembra davvero una esagerazione.
Concludiamo con la proposta precisa che l’Unione dei Comuni della Valdichiana Senese attivi al più presto un tavolo con le associazioni ambientaliste, i comitati locali di difesa dell’ambiente ed i Comuni, al fine di costruire politiche ambientali omogenee, collegate a tutte le vocazioni economiche e culturali dell’intero territorio e riconoscendo come un dovere la collaborazione tra le istituzioni e le espressioni delle comunità locali.
Legambiente Valdichiana “Terra e Pace” è assolutamente disponibile a partecipare a questo percorso e si mette, da subito, a completa disposizione dell’Unione dei Comuni della Valdichiana Senese.
Legambiente Terra e Pace APS