Allarmante lo spaccio in certe zone e con esso l'ottundimento dei ragazzini
QUERCEGROSSA. Quercegrossa, paesone diventato quartiere periferico di Siena, medio – alta borghesia benestante (ma non solo) che, negli ultimi vent’anni ha allargato gli orizzonti dell’edilizia e dell’intensità demografica, in un luogo sospeso a metà, come in un famoso film con Totò e Fernandel dove un paese e un’osteria sono tagliati da una linea di confine fra Francia e Italia.
A Quercegrossa c’è la ex statale 222, ora regionale (Chiantigiana) a fare da confine fisico fra due amministrazioni e comuni diversi: Castelnuovo Berardenga da una parte, Monteriggioni dall’altra, e questo esser di due finisce con l’essere terra di nessuno, ai margini dall’una e dall’altra parte.
La vicinanza a Siena e la sua distanza la rendono residenza e località ambita, piuttosto comoda e ben supportata nei servizi pratici di mobilità con il capoluogo di provincia.
Luogo di incontro fra adolescenti e ragazzi di ogni estrazione sociale è il campo sportivo con il suo bar aperto tutti i giorni pomeriggio e sera con un biliardino, qualche gioco, una pista da pattinaggio.
Ed è nell’intorno di questa struttura che girano giovani mercanti di erbe poco aromatiche quali hashish e marijuana che rincoglioniscono e assuefanno i ragazzi, riforniti, spesso e volentieri gratuitamente per procacciarsi clienti, futuro mercato o manovalanza.
Nell’immediata provincia senese felix dove in apparenza sembra che i problemi non esistano, accade che adolescenti in crisi di astinenza da fumo ribaltino casa e tiranneggino in famiglia, succubi di maggiorenni (e non solo) che riforniscono i giovinetti di “felicità” a buon mercato.
Lettera firmata