Lettera aperta a Giacomo Bassi, sindaco di San Gimignano
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Sig. Sindaco,
è vero che l’Italia non ha una responsabilità diretta in questa crisi economico-finanziaria che la sta soffocando, ma ne ha una indiretta pesantissima: l’enorme debito pubblico accumulato negli ultimi 30 anni: in termini assoluti il terzo del mondo industrializzato, forse il primo in termini relativi.
E’ questa la zavorra che, a differenza dei paesi più evoluti e virtuosi, ha continuato ad affondare anno dopo anno la nostra (una volta) florida collocazione tra i grandi del pianeta. Molti studiosi cominciano a pensare che abbiamo già superato il punto del non ritorno, ossia che, a prescindere da come questa crisi prima o poi terminerà, il nostro declino sia irreversibile e che siamo già condannati ad una fine meschina, di tipo sud-americano, come si sarebbe detto una volta. Bene, gran parte di quella zavorra è originata da spese irresponsabili che amministrazioni nazionali e locali hanno sostenuto, indebitandosi, per investimenti pubblici non solo inutili ma anche dannosi, come quelli che non si sono limitati allo sperpero di danaro pubblico, ma che nel contempo hanno anche intaccato in maniera irreparabile l’unica ricchezza che nei millenni le precedenti generazioni avevano accumulato sul nostro territorio: il paesaggio e il patrimonio urbanistico-architettonico, il nostro “petrolio”, insomma.
Questo comportamento, politicamente parlando, ha caratteri criminali. Non solo si è trasferito sulle spalle delle future e assolutamente incolpevoli generazioni (in primis i nostri figli!) un debito enorme difficilmente redimibile, ma col massacro del nostro patrimonio culturale e ambientale le si sono private anche di una parte consistente dell’unica ricchezza su cui quelle generazioni, se virtuose, avrebbero potuto contare per cercare di fare i conti con quell’indebitamento e invertire questo epocale processo di declino del Paese.
Ecco signor Sindaco: il progetto già in esecuzione della variante alla tangenziale di San Gimignano ha tutte le caratteristiche perverse di cui ho sopra detto. Anzi di più, visto il momento drammatico che stiamo attraversando. Lo ha sottolineato in maniera esemplare un suo concittadino, Vittorio Ceccarelli, che si è incatenato nella piazza principale proprio perché quel progetto inutilmente costoso non solo grava anche sulle sue tasche di contribuente, ma devasterà il suo agriturismo con gravi effetti economici sulla sua famiglia, nonché danni irreversibili alla campagna circostante e al paesaggio.
E’ vero, signor Sindaco, quella “sua” tangenziale non è il primo né sarà l’ultimo investimento costoso e soprattutto dannoso di questo Paese (in realtà lei è in buona compagnia). Ciononostante mi auguro che ci vorrà riflettere e soprattutto mi auguro che ci vorranno riflettere i suoi concittadini.
Mauro Aurigi