Il Comitato chiede che restino alte attenzione ed informazione sull'inchiesta in corso
SIENA. Nel gioco del basket, si definisce “time out” la sospensione della partita richiesta da una delle due squadre. Una sospensione temporanea, breve, la cui durata non va oltre i sessanta secondi e che permette di riorganizzare le idee, cambiare strategia, magari anche solo interrompere il momento positivo dell’avversario.
A dispetto del nome, sicuramente azzeccato visto l’ambito cestistico nel quale hanno preso avvio, non paiono purtroppo temporanei, meno che mai brevi, gli sviluppi dell’inchiesta “Time Out” che la Guardia di Finanza ha condotto negli ultimi due anni indagando sul crac finanziario della Mens Sana Basket. Quasi undici mesi dopo vari arresti eccellenti, con accuse abbastanza gravi di associazione a delinquere finalizzata all’evasione e alla frode fiscale, sull’indagine delle Fiamme Gialle che ha visto indagati, a vario titolo, una trentina di soggetti (fra di loro anche nomi eccellenti del basket italiano), pare infatti essere nuovamente calato il silenzio.
Un silenzio che stride con il boato, fragoroso, provocato dal successivo fallimento della società più vincente nella storia moderna del basket italiano, cancellata nel luglio 2014 dalla geografia cestistica nazionale ed internazionale assieme ai posti di lavoro dei suoi dipendenti, buona parte dei quali vittime inconsapevoli del sistema criminoso messo in atto da una serie di personaggi che sfruttavano, non in senso metaforico, i successi della Mens Sana Basket per compiere illeciti, almeno questo è ciò che è stato adombrato dalla GDF e che si evince dalle pieghe dell’inchiesta.
Un silenzio che rimbomba nelle orecchie, nello stomaco e soprattutto nel cuore della tifoseria biancoverde, che in questi mesi ha seguito con l’affetto di sempre la ripartenza da una quarta serie semiprofessionistica sotto l’egida della polisportiva Mens Sana 1871, ma che certo non dimentica l’oltraggio subito, né ha alcuna intenzione di rimanere in silenzio prima di aver assistito all’apertura di una fase processuale in grado di mettere un punto fermo su questa dolorosissima vicenda.
Cogliendo un sentimento comune all’interno della tifoseria mensanina, come Comitato “La Mens Sana è una Fede” torniamo a sostenere l’operato degli inquirenti impegnati nell’inchiesta “Time Out” affinché la stessa, senza ovviamente tralasciare alcuno dei filoni seguiti, arrivi in tempi rapidi alla sua chiusura e, nel pieno rispetto dei ruoli, degli ambiti e delle procedure di competenza, chiediamo anche un’eventuale disponibilità da parte degli stessi inquirenti ad effettuare un incontro informativo riguardante la tempistica dell’inchiesta.
Incitiamo, infine, i media (nazionali e locali) a tenere viva l’attenzione sull’inchiesta, dando nota di eventuali sviluppi o novità di loro conoscenza e così evitando di mettere un sinistro silenziatore a quel ruolo di cassa di risonanza che carta stampata, tv, radio, siti internet e blog sono invece chiamati ad interpretare nei confronti di questa criminosa vicenda.