Tanta "politica" e pochi dati tecnici per capire la reale situazione del Monte
SIENA. I messaggi che ha mandato Profumo nell’intervista con Rizzo sono chiari. Uno di questi doveva stare particolarmente a cuore al presidente del Monte. È una considerazione fatta fra le righe e senza una domanda precisa. Il destinatario è il sindaco Valentini a cui l’intervistato dice chiaramente che il mestiere di cercare investitori per il Monte non è quello proprio di un sindaco. Che gli investitori nel settore della finanza devono essere graditi dalla Banca d’Italia e che non tutti hanno tale caratteristica. Quindi faccia il sindaco e lasci lavorare chi è del mestiere, del resto lui, Profumo, con questi dati, quelli della semestrale, non ci prova neppure a cercare qualcuno che possa investire nella banca senese, aspetta tempi migliori.
Il secondo messaggio è altrettanto chiaro: la Fondazione scenderà abbondantemente sotto il dieci per cento nel rapporto con la banca Monte. Per chi scrive nulla di nuovo sono mesi e mesi che si afferma la stessa cosa, i numeri sono galantuomini e da quelli non si esce. Soltanto i dirigenti del PD si ostinano a non prenderne atto pubblicamente. Lo sanno bene ma non lo vogliono ammettere.
Profumo e Viola stanno lavorando per evitare la nazionalizzazione, terzo punto. Auguri! Obiettivo impossibile e sarebbe, anche questo, bene ammetterlo invece di creare illusioni.
Ricordo soltanto alcuni dati che sono sfuggiti ai più e ai giornali, ma non agli analisti più accorti: al 30.6.2012 il risultato operativo era positivo per 216 milioni di euro al 30.6.2013 il dato diventa negativo per 328,8 milioni di euro. Ciò è dovuto al margine di intermediazione primario che è diminuito del 23% e al margine della gestione finanziaria e assicurativa che è diminuito del 22,1%. Ciò è accaduto perché, sempre nello stesso periodo, la raccolta complessiva è diminuita di 8 miliardi e 334 milioni, mentre gli impieghi sono diminuiti di 3 miliardi e 933 milioni. Questi dati determinano un aumento del cost income che passa dal 65,9% al 67%. Dato aggravato dal fatto che dal 30.6.2012 sono state licenziate 1830 persone e chiuse 279 filiali. Bastano questi dati per trarre la conclusione che la banca diventa sempre più anoressica: si chiudono le filiali, si licenzia il personale e si riduce l’operatività. Con questi risultati non saranno pagati gli interessi sui Monti Bond, e la relativa restituzione del capitale diventa una chimera.
Quarto e ultimo punto, in contrasto con ciò che ho scritto fin qui, è: bravi come noi, cioè io stesso, Profumo, e Viola non ce nessuno. Lasciamo perdere per amor di Patria!
I messaggi sono per l’ennesima volta chiari: hanno molto di “politico” e veramente poco di tecnico, non si parla del nuovo piano industriale che dovrà essere presentato alla comunità europea e di come si intende rilanciare la banca. Magari con qualche numero e con delle scadenze più ravvicinate dei cinque anni indicati dal presidente del Monte. Capiamo che non è la sede di una festa come quella del PD il luogo ideale per parlare di cose concrete, vere, ma ormai è da più di un anno che aspettiamo senza speranza.
Pierluigi Piccini