Lettera aperta di Massimo Vita (Uici)
SIENA. A Siena si fa tanta prevenzione in varie aree della salute dei cittadini e anche sulla salvaguardia del territorio ma esistono ancora molte lacune nei servizi pubblici.
I professionisti si adoperano spesso con l’Unione Italiana dei ciechi e degli ipovedenti ma l’organizzazione delle due unità presenti nella struttura ospedaliera è in sofferenza per l’incertezza sul loro destino.
Questa incertezza, tipica dell’italico modus operanti, sta facendo crollare la fiducia dei cittadini in quella che era e potrebbe tornare ad essere, una eccellenza del sistema Siena.
Si sa che non esiste nulla di più definitivo del provvisorio ma questa situazione di incertezza non fa bene a nessuno. Spero che chi di dovere decida al più presto affinchè si possa rilanciare l’oculistica senese.
Sempre presso l’azienda ospedaliera esistono problemi per l’inserimento lavorativo dei disabili visivi. Presso il centralino lavorava un disabile visivo trasferito in un altro ente regionale su sua richiesta ma ad oggi in quell’ufficio non vi sono, come prevede la legge, centralinisti telefonici disabili visivi e non si capisce quale sia la strada che l’amministrazione intende percorrere.
Lo stesso problema si può evidenziare per i fisioterapisti disabili visivi che in ospedale praticamente non sono presenti.
Il lavoro è una questione di dignità per tutti ma per i disabili è spesso questione vitale.
In materia di salute, viviamo in una realtà che presenta condizioni più che soddisfacenti per il livello professionale eccellente su più campi ma esistono problemi per l’accesso ai servizi.
Faccio degli esempi che potrebbero apparire semplicistici ma che servono a far capire come sarebbe semplice fare del sistema salute a Siena un gioiello.
La toponomastica ospedaliera? Un disabile visivo non può accedere in autonomia ai servizi ma potrebbe farlo se vi fossero guide tattilo plantari e ascensori vocalizzati ma anche una formazione adeguata del personale.
Servizi ai diabetici?
Il livello dell’assistenza si presenta bene ma le procedure applicate per i servizi sono antidiluviane.
Es. per avere i chit di misurazione della glicemia, si deve prima fare il piano terapeutico, poi andare alla usl per richiedere il chit autorizzato e poi, prima di averli, si deve prenotare il ritiro chiamando al cup con i problemi che tutti conosciamo.
Non sarebbe più facile se dopo aver autorizzato i chit venisse dato un nulla osta al paziente di farseli inviare da una ditta direttamente al proprio domicilio?
Per qualsiasi persona è difficile raccogliere le urine in una provetta ma per chi non vede è una operazione impossibile se non assistiti.
Cosa cambierebbe se i laboratori accettassero il tradizionale vasetto?
In tutti i servizi esistono sistemi per regolamentare le code ma nessuno è accessibile a chi non vede o vede male anche se la tecnologia sarebbe pronta per farlo. Questo problema è stato segnalato più volte ma nessuno ci pone la giusta attenzione.
I problemi di accessibilità ai servizi sanitari sono presenti anche nelle strutture della usl e anche per questa struttura sono stati più volte evidenziati ma ad oggi non si vedono passi avanti.
Mi si potrebbe dire che segnalo questi problemi per spirito di polemica ma in realtà il mio unico interesse è contribuire a che questa nostra città sia ancora più bella e accogliente soprattutto per i cittadini più in difficoltà.
Se ci pensiamo bene, tutte queste problematiche incidono sula qualità della vita e fanno perdere fiducia nei confronti della pubblica amministrazione e poi ci si lamenta se i cittadini non votano o votano diversamente dal passato.
A Siena e non solo, nei posti cardine esistono ancora personaggi che hanno amministrato la cosa pubblica e se questi problemi ancora esistono significa che lo hanno fatto male.
Diamo tutti insieme un segnale di svolta e facciamo in modo che chi vive problemi di salute o di lavoro, possa sentirsi compreso dal sistema pubblico.
Per tanti di questi problemi si chiede aiuto al sistema del terzo settore ma poi, nei momenti decisionali veri, il terzo settore è spesso tenuto ai margini.
Spero che questa mia lettera possa stimolare un dibattito ma soprattutto sia uno stimolo per far partire decisioni operative e vicine a chi deve affrontare problemi vitali per la propria esistenza.