I nostri amministratori hanno fatto concreta applicazione del proverbio del “carico dell’asino” ovverosia hanno aggiunto alla povera bestia, che nella fattispecie è la fogna, sempre più aggravi fino a quando l’asino non è crollato a terra.
E magari ora tutti esclamano: “Il Re è nudo !”
Ma che il Re era nudo l’avevano già detti in tanti, operai ed impiegati, tecnici e contadini (magari fosse stato dato più retta a loro !), più o meno sommessamente.
Ma i nostri amministratori, che si fanno sempre scudo della “investitura popolare” (come se in realtà non fossero eletti perché i cittadini votano il partito più che la persona, altrimenti non ci saremmo trovati in queste condizioni), hanno sempre tirato dritto, convinti di essere non uno, ma cinque gradini sopra a tutti, sia come intelligenza che come capacità di amministrare.
Verrà naturale chiederci: “Ma con tutti i soldi che versiamo all’erario (Stato, Regioni e Comuni) è possibile che non vengano fatte le cose a regola ed i nostri amministratori non paghino mai ?”.
E solo allora sarà l’inizio di un nuovo Rinascimento che se sarà incanalato bene non potrà che portare a ricostruire la macchina amministrativa come motore di razza che dovrà sfruttare al meglio le nostre capacità di impresa ed artigianato che non sono morte, ma narcotizzate da un sistema-edera che ha imprigionato nei suoi gangli le energie migliori (le piccole) lasciando crescere come tumori maligni i grossi soggetti del mondo finanziario che ci stanno portando alla deriva.
E’ per questo che è auspicabile che anche a Poggibonsi ci sia un ricambio, non tanto generazionale (perché è falso dire a prescindere che i giovani sono migliori dei vecchi), quanto la fine dell’oligarchia che ha amministrato negli ultimi cinquant’anni e che ha evidenziato un notevole scadimento in molteplici aspetti: si va da una più pronunciata incapacità nell’amministrare, ad una sempre più evidenziata volontà di circondarsi di personaggi di basso profilo che non possono quindi offuscare e mettere in risalto i difetti dei comandanti, dalla loro insofferenza all’ascolto alla non volontà della ricerca della partecipazione, alla sistematicità con cui non viene perseguita la trasparenza dell’azione amministrativa.
Non mi riferisco ad un’oligarchia di colore, perché io personalmente ricerco sempre il daltonismo, ma all’oligarchia intesa come sistema di potere-famiglie che specie all’indomani dell’elezione diretta del sindaco si sono sentite “investite” (alternativamente tra loro) direttamente dai cittadini e con arroganza disprezzano ogni contributo che viene dai cittadini, considerandoci come figli di un dio minore. Loro, gli eletti!
Gli amministratori tutti, vengano a convincere chi come me crede fermamente che sono la stragrande maggioranza i vari Mario Rossi che quando vanno o sono andati al seggio elettorale hanno votato i nomi indicati dal partito anziché le persone perché le conoscevano nel merito.
Se vogliamo migliorare, anche nel nostro piccolo, i Cittadini devono iniziare a riscoprire l’interesse per la cosa pubblica e ricercare sempre ed in ogni luogo e momento il rispetto delle regole, da quelle non scritte in ambito familiare a quelle comportamentali nelle varie comunità a quelle scritte nel lavoro, denunciando – all’occorrenza – le cose che non vanno perché è solo così che chi ci amministra si potrà rendere conto che sta intraprendendo dei percorsi non corretti.
Attendendo con curiosità i prossimi mesi che ci separano dalle elezioni amministrative, auspico fortemente che il mio sfogo possa contribuire – se condiviso – ad avviare un minimo di cambiamento.”
Lettera firmata