Per l'avvocato Peccianti "A Siena, democrazia, partecipazione e perfino legalità, sembrano obiettivi secondari"
SIENA. Caro Direttore,
in molti, e tra questi il sindaco, sostengono che l’avvio al Piano Operativo (una volta chiamato regolamento urbanistico), di cui si parla in questi giorni, debba essere deliberato dal consiglio comunale, ma, ove questo organo nicchiasse o facesse difficoltà, come sembra sia avvenuto, potrebbe legittimamente essere deliberato dalla Giunta. Come dire: questa o quella per me pari sono. Dunque, costatato che non ci sarebbero stati voti sufficienti in consiglio comunale, il sindaco, col voto di sei assessori su dieci e con l’esplicito dissenso scritto del vicesindaco, ha ottenuto, nell’imminenza della scadenza del suo mandato, l’avvio della pianificazione strategica del territorio comunale. E – secondo la vulgata – sarebbe stata la Regione Toscana a suffragare questa bizzarra teoria del doppio binario. Non sono il solo a dubitarne e in attesa di ulteriori e doverose precisazioni anche per i non addetti ai lavori, si potrebbe osservare:
1) il piano operativo, secondo il testo della legge regionale toscana (art. 95 l. 65/2014), è un “atto di governo del territorio”, e dunque è un piano urbanistico;
2) ai consigli comunali e non alle giunte sono attribuiti i poteri di decisione sui piani urbanistici (art. 42 T.U.E.L. 267/2000);
3) i piani urbanistici (stesso art. 42) non possono essere affidati in via d’urgenza ad altri organi diversi dal consiglio comunale;
4) solo i piani attuativi (art. 5, c.12, lett. b, legge 106/2011) sono approvati dalla giunta.
Qualcuno potrebbe obiettare che la giunta senese non ha approvato il piano operativo ma ha solo avviato il procedimento. Solo? Vi sembra poco? Per farlo la giunta (come per legge regionale n. 65/2014):
a) ha definito (da sola) gli obiettivi strategici;
b) ha specificato se prevede o no trasformazioni esterne al territorio urbanizzato che comportino impegno di suolo;
c) ha individuato i soggetti ai quali si chiedono contributi tecnici, pareri, ecc. e, soprattutto,
d) ha definito, senza pronunciamenti del consiglio, il programma delle attività di informazione e di partecipazione delle forze sociali e dei cittadini. Tutte prerogative, queste, che la legge in materia urbanistica riserva al consiglio comunale.
Ora, è vero che i consigli comunali, espressione della democrazia di una comunità, contano poco o pochissimo, ma sottrarre loro anche le materie di sicura competenza attribuite dalla legge, mi sembrerebbe davvero eccessivo.
Mi sbaglierò (aspetto che qualcuno mi spieghi) ma, a Siena, democrazia, partecipazione e perfino legalità, sembrano obiettivi secondari se non marginali.
Luciano Peccianti