Le donne e gli uomini che si prendono cura delle "libere terme"
MONTICIANO. Guglielmo è un signore tedesco che, assieme ad altri signori (e signore) affezionati frequentatori dei Bagni di Petriolo, cura la pulizia dello spazio delimitato da pietre all’interno del torrente Farma, dove si riversa una piccola sorgente e lo sgorgo dell’acqua termale in eccedenza dei vicini stabilimenti termali costruiti, per lo stile e la bellezza, da un abile architetto dei tempi di Ceaucescu.
Guglielmo e i frequentatori abituali dei bagni hanno la pelle omaggiata dal sole e lo slancio di chi ha reciso da tempo i conti con i dolori e il mal di schiena e fanno parte di quelle persone che si donano, si prendono cura di un luogo, facendo riconciliare con il mondo.
I “Bagni di Petriolo” sono aggrediti da ogni parte dai cantieri per il raddoppio della Siena/Grosseto, una chiesa del 1300 vacilla ed è stata puntellata (con la promessa che la ditta che detiene l’appalto per la costruzione del tratto stradale se ne prenderà cura con il restauro), come i muri romanici che si trovano di fronte, e in questi giorni stanno scaldando una polemica (per un sensore staccato che monitora la stabilità), fra l’ANAS e la meritevole associazione de “Gli amici dei Bagni di Petriolo”.
Un acqua benefica che massaggia ossa, schiene, umori. Che puzza d’uovo sodo scaduto e che si surriscalda quando l’Etna dalla lontana Sicilia impenna la lava per aria.
Un piccolo lembo di Toscana da coccolare e proteggere come fanno Guglielmo e “Gli amici dei Bagni di Petriolo“.
Andrea Pagliantini