Storici dell'arte, storici e archeologi scrivono a Franceschini, Valentini e Casciu
SIENA. Storici dell’arte, storici e archeologi del Dipartimento di Scienze Storiche e dei Beni Culturali dell’Università di Siena prendono posizione sul destino della Pinacoteca Nazionale e sul ruolo del Polo museale al Santa Maria della Scala. Di seguito pubblichiamo il documento-appello inviato al ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini; al sindaco di Siena, Bruno Valentini e al direttore del Polo Museale Toscano, Stefano Casciu, per sollecitare la loro attenzione sui problemi del patrimonio storico-artistco della città.
“Apprendiamo con preoccupazione dalla stampa del progetto di destinare Palazzo Chigi alla Postierla a Siena a nuova sede museale, nella quale dislocare alcune opere appartenenti alla Pinacoteca Nazionale senese. La preoccupazione è dovuta a due ragioni: l’inadeguatezza del prestigioso palazzo a sede espositiva; il vedere orientata la politica della Pinacoteca Nazionale in una direzione diversa da quella della costituzione di un polo museale al Santa Maria della Scala, uno dei maggiori progetti culturali cittadini, preconizzato fin dai tempi di Cesare Brandi e Giovanni Previtali e sul quale sembrava esserci ormai convergente accordo.
Chiediamo al Ministro dei Beni e delle Attività Culturali, al Sindaco di Siena, al Direttore del Polo Museale della Toscana di proseguire al contrario sulla strada tracciata dal preliminare d’intesa sottoscritto il 10 aprile 2000 dall’allora Ministro Giovanna Melandri e dai rappresentanti delle istituzioni senesi (Comune, Provincia, Istituzione Santa Maria della Scala), col quale si prefigurava la costituzione al Santa Maria della Scala di un museo nel quale confluissero le più rilevanti collezioni d’arte cittadine, preservando le proprietà dei vari enti ma allo stesso tempo integrando le collezioni in un unico percorso museale dalla gestione integrata Stato/Chiesa/enti locali.
L’attuale Pinacoteca Nazionale langue per mancanza di visitatori e inadeguatezza degli spazi. Lo sdoppiamento, con la creazione di una nuova, infelice sede espositiva, non farebbe certo cambiare le cose. Sarebbe anzi disastroso quanto al rapporto tra costi di gestione e ricavi. Serve dunque una progettualità forte riguardo al patrimonio artistico della città di Siena, che abbia appunto il suo fulcro in un moderno, organizzato, polivalente polo culturale da far crescere al Santa Maria della Scala”.