Le riflessioni del presidente dell'Auser e della Consulta del Terzo settore
Questa situazione, idilliaca per chi è costretto ad un ricovero, stride però fortemente con la situazione vissuta da chi, per sua fortuna, è all’esterno dell’ospedale e ha necessità di prestazioni diagnostiche o ambulatoriali. Mi riferisco, evidentemente, alle liste di attesa che, per alcuni esamidi cardiologia, sono lunghissime (11 mesi) e molto più brevi negli altri nosocomi dell’area senese. Attese simili si verificano a Nottola anche in altri reparti.
Mi chiedo, allora, anzitutto, che senso hanno i sacrifici del personale interno se la cura delle malattie cardiologiche – fatta anche di tanta prevenzione e dunque di diagnosi tempestive – deve essere poi mortificata nella morsa di queste inspiegabili attese.
La soluzione, per un profano (ma fino ad un certo punto) come il sottoscritto sarebbe semplice: potenziare la dotazione di risorse umane di questo settore che, evidentemente, rappresenta un’eccellenza nel panorama sanitario della provincia, con nuove assunzioni, attraverso la mobilità da altre aree meno “stressate”. E invece si continua a “mettere in mobilità” il malato e non il personale. E invece (e ora parlo come Presidente provinciale dell’AUSER) il volontariato deve attivarsi con i propri mezzi di trasporto per accompagnare soprattutto le persone anziane verso gli Ospedali della provincia.
Sono disfunzioni sempre più vistose che, messe insieme, vanno tutte in un’unica direzione: indebolire Nottola e dunque la sanità in Valdichiana. Io sostengo che il monoblocco di Nottola è come una bella macchina di Formula Uno, con ottimi meccanici e ingegneri: dobbiamo solo scegliere il pilota! O c’è qualcuno che vuole che Nottola non vinca mai il GP più importante, quello della salute?
Il tema attiene, evidentemente, alla gestione della USL ma anche al ruolo della politica. Ora (e dopo quest’ultima affermazione non cambierò ancora una volta “giacca”) parlo da Presidente della Consulta del Terzo Settore della Società della salute Valdichiana: comprendo la distinzione tra l’attività di programmazione e quella di gestione ma, visto che proprio ora stiamo discutendo il percorso di riorganizzazione della Società stessa, non sarebbe il caso di trovare risposte per primo al problema delle liste d’attesa?
Il mondo del volontariato è vicino ai Sindaci del territorio ed è pronto ad offrire loro tutto l’appoggio necessario per affrontare (e probabilmente vincere) questa battaglia.