SIENA. All’inizio del secolo gli studenti italiani erano 11.500.000, già ridotti a 9.130.000 nell’anno scolastico 2012/2013. Le proiezioni stimano, per l’anno 2030, una massa studentesca di 6.600.000 unità. Il fenomeno ovviamente interessa anche Siena dove invece si pensa a costruire aule in Fortezza e Via Cavour. Un edificio per la scuola dell’obbligo servirebbe a San Miniato, ma inspiegabilmente la costruzione viene da tempo ostacolata dalla Giunta comunale, che in passato, resasi conto dell’abbondanza di aule in città, ha venduto alla Coop di Firenze le 24 aule seminuove della scuola media Vittorio Alfieri. Il deficit della programmazione dei governi di sinistra della città fa dunque pari con quella attuale dei nuovi inquilini di Palazzo pubblico.
A fronte di spazi sicuramente eccedenti per gli alunni delle scuole primarie e secondarie, mancano quelli per i servizi agli studenti universitari che sono una vera risorsa anche economica per la vita cittadina. I posti letto sono stati ridotti da 1.400 a 400, le mense da 2 a una. Perché allora non utilizzare l’edificio che ospitava i vigili del fuoco per soddisfare le indifferibili insoddisfatte esigenze segnalate dai Rettori delle due Università? L’attrattività degli atenei è determinata anche dalla disponibilità dei servizi messi a disposizione degli studenti che, per effetto del calo demografico, tenderanno anch’essi a diminuire, fenomeno questo che Siena sembra già scontare rispetto a Pisa e Firenze. Al momento l’ex caserma dei vigili ha una destinazione abitativa, è di proprietà pubblica, e da dieci anni è inutilizzata; può dunque essere gestita subito dal punto di vista burocratico in maniera piana. Un tavolo interistituzionale, che ancora non sa bene cosa dovrà fare il Biotecnopolo, l’ha destinata ad aule per preparare indefinite competenze professionali per il citato ente.
Perché non rivedere i piani di intervento alla stregua della carenza dei servizi per gli studenti degli Atenei e dell’eccedenza, in alcuni edifici già in atto, di aule scolastiche? Quando, per esempio, gli alunni rientreranno nel loro edificio di Ravacciano, alla scuola elementare Pascoli rimarranno vuote una ventina di aule. Eppure si insiste a costruirne altre cinque nuove a cento metri di distanza (in Fortezza). Le Università sono un bene prezioso che la città deve favorire e non sfruttare, ascoltando le richieste delle comunità accademiche che le guidano. I soldi pubblici sono pochi e non vanno sprecati.
Enzo Martinelli