Controlli sui dipendenti: voci veritiere o notizie infondate dal Monte?
SIENA. Mi giungono sempre più frequentemente notizie, da parte dei colleghi, che l’Azienda starebbe intensificando i controlli per individuare quei dipendenti che esprimono commenti critici nei suoi confronti, in particolare sul Cittadino online, con lo scopo di colpirli con provvedimenti disciplinari. Mi si riferisce anche che sono sempre di più i responsabili degli uffici che fanno pressione perché non si legga quel giornale.
Da ultimo, leggo MAISTATOCOMUNISTA che, in un commento all’articolo “La vittoria del Tandem:Grazie Moody’s” mette in guardia i commentatori in chiaro come possibili bersagli di rappresaglie da parte della Banca.
L’Azienda contesterebbe, a quegli incauti oppositori internauti, una violazione del famoso Codice Etico del Monte, la Tavola della Legge: in particolare delle norme contenute nel paragrafo “Organi d’informazione e relazioni pubbliche”, che recita, al primo capoverso: “Le comunicazioni destinate, direttamente o indirettamente, al pubblico devono essere veritiere e non contenere informazioni od omissioni che possano risultare fuorvianti, alterandone l’attendibilità”. C’è anche un terzo capoverso che prevede: “Attività quali la pubblicazione di documenti…sono consentite ai dipendenti previa autorizzazione della Funzione Comunicazione della Capogruppo”.
Prima di commentarli, mi voglio concedere un amaro sorriso: sapete qual è la stella cometa del Codice Etico che indica il cammino al Monte? Eccola: “Responsabilità ed etica personale devono sempre guidare le decisioni ed azioni del Gruppo stesso”.
Prima ipotetica opzione: le notizie riportate sono vere.
Io credo che le “comunicazioni” fin’ora effettuate, sia da me che dalla stragrande maggioranza dei commentatori sul Cittadino online, siano conformi al principio di “veridicità”. Se poi la verità delle notizie è assai cruda, non è colpa da imputarsi a colui che ci mette la faccia nel rivelarla, ma piuttosto a coloro che hanno concorso a determinarla con i loro comportamenti.
La verità sulle cause del dissesto del Monte e di tutta la città di Siena sta, seppur con molta fatica, venendo a galla in tutta la sua drammaticità, e non sarà qualche eventuale provvedimento disciplinare a impedirne la diffusione.
Io non credo che qui abbia pregio il riferimento alla “pubblicazione di documenti”, per cui è prevista l’autorizzazione aziendale: se la Banca, in forza di un’interpretazione estensiva della norma, ritenesse il contrario, credo che in tal caso troverebbe un ostacolo insormontabile nell’art. 2 della nostra Costituzione, che afferma: “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo…”,e in particolare nel n. 21: ”Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”.
Seconda ipotetica opzione: l’Azienda non ha intenzione di ricorrere a provvedimenti punitivi, se non in casi eccezionali, ma fa circolare la notizia a scopo dissuasivo.
A me personalmente non risulta che l’Azienda abbia già provveduto a colpire i “dissidenti” e, sinceramente, faccio fatica a credere che il Presidente Profumo e l’Amministratore Delegato Viola possano ricorrere a simili iniquità. In questo caso, quindi, ci troveremmo di fronte a voci messe in giro ad arte.
Far circolare notizie di imminenti provvedimenti disciplinari a carico dei dipendenti non allineati al verbo unico, a prescindere dalla loro attuazione concreta, non può non creare negli ambienti di lavoro un clima di paura e di sospetti tali da dissuadere anche i più volenterosi dal prendere pubblicamente posizioni critiche sull’attuazione del Piano industriale e sulla politica nei confronti del personale attuata dalla Banca.
Insomma il messaggio sarebbe, più o meno questo: state attenti a scrivere o dire verità scomode per il Monte e i suoi vertici, perché le lettere di licenziamento o la mobilità ad personam sono già sopra le vostre teste.
Io dubito che ciò possa accadere, ma se così fosse, cosa fare? Niente, solo continuare la nostra battaglia perché la verità non venga taciuta, perché gli autori dello sfascio vengano perseguiti secondo giustizia.
Piano piano, con fatica, ma le responsabilità del disastro Monte stanno venendo alla luce: se non ci faremo intimidire né fuorviare dai falsari che intorbidiscono le acque, io credo che a nessuno verrà in mente di dare il via ad atti ritorsivi.
Sinceramente, non credo che il Presidente Profumo, l’Amministratore Delegato Viola, o la Responsabile delle Risorse Umane Dalla Riva abbiano impartito ordini, illegittimi, di controlli a distanza dei dipendenti, o dato indicazioni, illegittime, di esercitare pressioni su di loro perché non leggano il Cittadino online, o addirittura dato il via libera, ancor più illegittimo, all’adozione di provvedimenti disciplinari nei confronti di coloro che osano scrivere commenti critici verso di loro o l’Azienda.
Nel caso, sicuramente solo di scuola, che quelle “vocine” raccontassero il vero, beh, allora sarebbe bene che i vertici apicali riconsiderassero le loro decisioni. Perché, vedete, qui da noi, in Italia, un pochettino di libertà e di democrazia ancora esistono e qualche giudice che sta a Berlino lo troviamo magari anche a Siena o a Massa.
Vi faccio un esempio, sempre di scuola: nel caso che io, per puro caso, venissi licenziato, ufficialmente per motivi economici, in realtà per aver liberamene espresse le mie idee in ossequio alla veridicità dei fatti, credo che, seppur a malincuore, non esiterei, per mia tutela, a portare nelle aule giudiziarie quella “verità” che tanto dà fastidio, utilizzando la più ampia facoltà di prova.
Certamente l’Azienda ne ricaverebbe una pubblicità indiretta gratis: non è un vantaggio da poco.
Inoltre, grazie a Dio, in quel di Siena non esiste solo il Corriere di Siena, pur foglio autorevole ed indipendente, ma anche il Cittadino online, il quale, in ossequio ad un concetto reale di indipendenza e libertà, concede squisita ospitalità a tutte le opinioni.
Credo che se bussassi alla sua porta per raccontare vicende lavorative poco piacevoli, l’aprirebbe di buon grado, offrendomi così una platea pubblica mica male: altra pubblicità gratuita per il Monte.
Terza ed ultima opzione: sono voci false dolosamente diffuse per danneggiare l’immagine dell’Azienda presso i dipendenti.
Tutto è possibile, ma mi sembra la teoria meno credibile.
Sarò sincero: pur offrendo la mia solidarietà alla Banca, egoisticamente, in quel caso riterrei di trovarmi di fronte all’ipotesi meno peggio.
Marco Sbarra