La lettera dell'economista Luciano Fiordoni
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SIENA. Dal Comitato contro l’ampliamento dell’aeroporto di Ampuganno riceviamo e pubblichiamo l’intervento dell’economista Luciano Fiordoni.
“La superstrada Siena- Firenze e l’aeroporto di Ampugnano due realtà infrastrutturali nel territorio senese accomunate dallo stesso destino: il dissesto.
L’una, la superstrada, arteria di collegamento della città senese necessaria anzi indispensabile sia all’economia sia al tessuto di rapporti sociali extraurbani della città, versa in condizioni di evidente abbandono. In assenza di una rete ferroviaria decente è l’unica alternativa benché pericolosa alla mobilità intra- provinciale.
L’altra, l’aeroporto, struttura a mio avviso né necessaria né indispensabile sia per l’economia sia per i rapporti sociali della città versa in condizioni endemiche di dissesto finanziario.
Riguardo a queste infrastrutture pubbliche le amministrazioni locali sembrano affette da strabismo strategico: si sottovaluta la necessità sociale di una efficiente rete stradale (e ferroviaria) e si sopravvaluta il bisogno ancorchè privatistico di una struttura aeroportuale.
Qualsivoglia buon padre di famiglia se avesse a carico del suo bilancio famigliare tali beni destinerebbe le risorse disponibili al mantenimento di un bene primario quale la strada e sicuramente rinvierebbe nel tempo l’aeroporto; quest’ultimo un bene accessorio non funzionale alla qualità del vivere quotidiano della famiglia. Ciò detto vale anche nell’aggregato di famiglie e individui singoli che è la società dove chi è demandato a svolgere il ruolo del capofamiglia (l’amministratore pubblico) deve cercare la giusta combinazione necessità prioritarie / disponibilità finanziarie .
La congiuntura odierna è caratterizzata da una fase di ciclo negativo che segna a livello di finanze pubbliche una crescente scarsità di risorse finanziarie da mobilizzare, nella fattispecie, per un intervento di risanamento stradale quale la superstrada Siena-Firenze. Per ovviare a tale carenza (a torto o a ragione) l’amministrazione centrale propone il pedaggio super stradale.
Una proposta che indubbiamente si inserisce nell’alveo della autotassazione (non molto dissimile dall’ acquisto carta igienica nelle scuole da parte delle famiglie) che indubbiamente evidenzia il progressivo ritiro dello Stato dall’economia e soprattutto una tendenziale condizione di “badfare state”.
Ma quello che mi colpisce maggiormente al riguardo sono le reazioni locali da parte del partito di maggioranza che organizza una campagna pubblica (giusta o sbagliata non voglio entrare nel merito) con il fine di dire no al pedaggio super stradale in quanto impone un ulteriore costo alla collettività. Lo stesso partito però sostiene la necessità di un ampliamento di una struttura aeroportuale in endemica perdita che impone un costo, non quantificabile immediatamente in un pedaggio; ma pur sempre un impegno di finanze pubbliche sostenuto indiretttamente dai cittadini che toglie risorse pubbliche a interventi prioritari quale il miglioramento di infrastrutture stradali e ferroviarie.
Mi chiedo se siamo in presenza:
i) di una visione politica distorta di breve periodo (short termism), per cui a fronte di scelte di politica economica o fiscale si percepiscono gli effetti a breve termine (il pedaggio) e non quelli di più lungo periodo (costo per i cittadini di una ampliamento aeroportuale non necessario e dannoso per il territorio);
ii) o di pura demagogia populista: no al costo del pedaggio di una superstrada funzionale alla vita della comunità si all’ampliamento di un aeroporto che genera un ipotetico quanto impensabile sviluppo e che impone un debito di lungo periodo alla comunità?
Posso osservare che nel punto ii) entrambe le posizioni (no e si) presentano un vantaggio “politico”, fanno presa sull’immaginario di un elettorato che viene ritenuto scarsamente cosciente”.