Cercare alternative alla vicenda, magari coinvolgendo il mondo delle cooperative
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Preg.mo Prof. Riccaboni,
Le scrivo in merito alla vicenda relativa al termine dell’appalto dei servizi di portineria attualmente gestiti dalla Cooperativa Sociale di Solidarietà per richiederLe di intraprendere tutte le iniziative possibili affinché possa essere scongiurato il pericolo di una imminente perdita dei posti di lavoro per 64 persone.
L’iniziativa dall’Ateneo da Lei rappresentato, pur assunta in conformità a quanto le norme consentono di fare, non appare in sintonia con quei criteri di correttezza, umanità e solidarietà che devono provenire da tutte le istituzioni pubbliche ed in particolare da quelle, come l’università, che svolgono una funzione formativa ed educativa.
Ho potuto direttamente constatare l’attaccamento al lavoro e lo scrupolo con cui opera il personale della Cooperativa ed innegabile è l’utilità sociale dell’aver dato a persone diversamente abili l’occasione di inserimento nel mondo del lavoro facendole ‘sentire’ ed ‘essere’ utili alla collettività.
In uno scenario come quello attuale di crisi del sistema cittadino e di difficoltà occupazionale, accelerare i tempi di una delle misure previste dal piano di risanamento dell’ateneo, suona come una condanna a morte dei più deboli.
E’ per questo che Le chiedo di individuare soluzioni che possano contemperare la salvaguardia dei 64 posti di lavoro ed al contempo mantenere inalterata la qualità dei servizi finora appaltati.
E’ necessario, infatti, disporre di maggior tempo per verificare quali possano essere le soluzioni definitive alla salvaguardia dei posti di lavoro investendo, ad esempio, del problema tutto il mondo cooperativo e presentando uno o più progetti finalizzati al reinserimento lavorativo.
Sono fiducioso che nelle maglie del bilancio universitario saprà trovare risorse che possano mitigare il problema e La saluto cordialmente.
Eugenio Neri