SIENA. Je suis Neri*
Il severo giudizio, forse un po’ troppo costruito per risultare autentico, che la consigliera Katia Leolini riserva alla nostra iniziativa sulle Scotte ci lascia quanto mai increduli, se non stupefatti.
Per un altro verso invece l’intervento in questione solleva dei quesiti gravi, che potranno essere risolti solamente da una chiara presa di distanze sia da parte del suo Partito di appartenenza che da parte dell’azienda stessa (soprattutto!).
Il comunicato della consigliera Leolini contiene infatti un messaggio chiaro e molto inquietante, è una diffida, se non una vera e propria minaccia, pronunciata evocando (per fortuna a sproposito!), un articolo del codice disciplinare dei dipendenti. Ciò di cui vogliamo essere certi, nel primario interesse dell’azienda, che la minaccia sia una maldestra alzata di ingegno della consigliera Leolini e nulla più. Un’iniziativa presa in autonomia sull’onda di chissà quali ragionamenti e convinzioni. Una fin troppo zelante presa di posizione che anticipa o crede di interpretare, per riconoscenza o grazia, i desiderata del gran capo. Noi lo speriamo perché così come lo leggiamo suona come un sinistro messaggio trasversale.
Personalmente sono già passato, sempre per motivi ospedalieri, da minacce ben più serie da farmi impressionare da Leolini o chi per lei.
A questo punto è necessario però essere certi che il consigliere Leolini parli solamente per suo conto e non a nome dell’azienda né del suo partito (che peraltro l’ha esclusa dalla commissione Sanità, con relativa polemica interna).
Apparirebbe infatti grave, anche solo per apparenza, che la direzione delle Scotte l’autorizzasse ad usare questo tono da “portavoce” aziendale. Da chi si è sentita autorizzata e incoraggiata a parlare così?
Mi spiego meglio: il pericolo (ma basta il dubbio!) è che le parole di Leolini possano apparire agli occhi della città come la voce dell’azienda; sono certo che il dr Tosi non mancherà di notare quale sinistra impressione gettano sulla dirigenza i minacciosi scenari di ritorsione e certamente ne prenderà le distanze in modo deciso e chiaro.
Per sicurezza glielo chiediamo fin da ora e glielo chiederemo in commissione.
Per quanto riguarda il partito di appartenenza della consigliera Leolini anche qui attendiamo conferme o smentite. Nei passaggi che hanno preceduto la richiesta di convocazione i temi in discussione sono stati preventivamente illustrati al Presidente della Commissione Sanità senza alcuna parola di censura da parte sua, ed infine, per completezza di informazione lo stesso DG è stato informato per lettera della lettura della situazione e della nostra volontà di trovare al più presto delle soluzioni per ritrovare decoro e buoni comportamenti per quello che riguarda il tema della sicurezza igienica dell’ospedale.
Dunque se da una parte impressiona che il rappresentante di un Partito, che si definisce democratico, conservi un certo tipo di mentalità (dalla quale scaturisce l’improvvida dichiarazione) è comunque da evidenziare il costrutto ideologico e quali strutture simboliche sottintendono concetto di libertà di espressione politica della consigliera Leolini.
Tuttavia quello che è rilevante politicamente non è sapere quanto la consigliera sia disposta a farsi intimidire dal famigerato articolo disciplinare (per espletare il suo dovere di amministratore pubblico altrimenti omertoso!) o quanto sia disposta a difendere il principio di rendicontazione e di critica: quello che ci importa è sapere se dietro quanto ha espresso c’è stato un qualche suggeritore magari impensierito dalla nostra iniziativa.
Noi, rafforzati da questo attacco siamo ancora più convinti che sia la strada giusta quella di vigilare sul nostro bene comune.
E quando leggiamo dei milioni dalla regione dobbiamo pensare che sono i nostri soldi, così come questo è il nostro ospedale, che dobbiamo difendere fino in fondo, perché i senesi devono trovare qui le migliori risposte disponibili ai loro problemi di salute.
E se dunque alla Leolini e a chiunque altro va bene continuare a vedere trascuratezza e sciatterie pericolose nei luoghi di cura a noi non va bene: fateci pure tutte le azioni disciplinari che vi pare!
Questo è il mio interesse personale e di questo risponderò alla città e all’azienda.
Eugenio Neri
(* Riccardo Clemente su FB).