Il capogruppo del Pd in Consiglio provinciale plaude all'intervento della Regione

Alle elementari le ore settimanali delle prime e seconde classi sono state diminuite a 27, con problemi per il prolungamento pomeridiano. A questa situazione si cerca di sopperire ricorrendo alle ore di compresenza degli insegnanti a tempo pieno o al personale di cooperative. Anche rispetto al personale tecnico e ai collaboratori scolatici si registrano diminuzioni negli organici delle scuole provinciali, con effetti negativi soprattutto per quelle composte da diverse strutture.
Tutto questo rappresenta solo la punta dell’iceberg di una crisi ben più pesante che pesa sulla scuola pubblica. La riforma Gelmini non ci offre certo una scuola più funzionale, un livello organizzativo e di insegnamento migliori. Abbiamo al contrario un peggioramento delle condizioni nelle quali gli insegnanti sono costretti ad operare e i ragazzi a studiare. La scuola è iniziata da un mese e molti istituti scolastici sono già alle prese con difficoltà economiche non di poco conto legate alla gestione quotidiana delle strutture: c’è da prevedere l’anticipo del pagamento delle supplenze, c’è da acquistare il materiale didattico e tutto quello che serve per la normale vita scolastica. Molti dirigenti scolastici sono stati costretti a chiedere un contributo economico alle famiglie, per comprare libri o cancelleria. Gli interventi della Regione Toscana hanno reso meno evidenti e più sopportabili molte criticità, soprattutto nella scuola per l’infanzia dove le risorse regionali hanno permesso la copertura di nove sezioni rimaste scoperte dopo i tagli. La direttiva ministeriale ha negato infatti la possibilità di aprire nuove sezioni, permettendo solo il mantenimento di quelle esistenti, con la conseguenza che molte sezioni arrivano a contare anche 29-30 bambini.
Marco Nasorri – Capogruppo Pd in Consiglio provinciale