L'analisi di Finucci e l'addio ai sogni di gloria del passato
SIENA. L’assemblea è terminata, il risultato era già noto viste le precedenti dichiarazioni della Mansi. Non ha vinto nessuno, sicuramente non ha vinto Siena, come tutti avranno compreso. A questo punto anche i più ostinati devono aver capito che la fondazione non potrà più avere un ruolo di primo piano sulla banca, il problema per entrambi gli enti è la sopravvivenza, addio sogni di gloria del passato.
Ho trascorso una brutta nottata a pensare a cosa potrebbe succedere nei prossimi giorni: la reazione dei mercati quale sarà? Quella dei clienti? Mah… Speriamo bene!
Sicuramente ci vorranno giorni per capire i trend, ma sicuramente, da subito, una cosa potrebbe essere molto utile: l’immediata decisione del management della banca relativa ad eventuali dimissioni. Sarebbe opportuno che il management non aspettasse il 15 gennaio per farci sapere se resta o se si dimette. I mercati vogliono certezze e pertanto, quanto prima sapremo le decisioni del management, tanto meglio sarà per Siena.
Riterrei pertanto indispensabile la convocazione di un CDA urgente già lunedì o al massimo martedì per esternare le intenzioni del presidente e dell’amministratore delegato; d’altronde loro, come noi, sapevano benissimo e da tempo, che le loro richieste sarebbero state bocciate. Questa notizia è essenziale perché i mercati non sopportano le incertezze, in particolare, nel nostro caso, non ce lo possiamo permettere perché i valori borsistici del titolo non sono molto lontani dalla soglia di escussione del pegno.
Va anche considerato che nel caso di dimissioni, seguirebbero altre settimane di incertezza per la nomina di nuovi managers ed in questo caso i mercati difficilmente ci perdonerebbero.
Qualora i managers avessero deciso di restare, sarebbe auspicabile che si attivassero da subito per ottenere le garanzie sul collocamento dell’aumento di capitale con le nuove tempistiche. Se in pochi giorni si potesse dare questa notizia le chances della fondazione aumenterebbero notevolmente.
A cento metri di distanza da Rocca Salimbeni, la Mansi, dovrà attivarsi il prima possibile per vendere tutta la quota, o quasi, per mettere in sicurezza la Fondazione e per intraprendere un nuovo percorso che le permetta di essere un piccolo motore di sviluppo del territorio nonché un attore indispensabile nel sociale: le attività tipiche di una qualsiasi fondazione.
Questi sono gli aspetti prioritari e da questi dipende il futuro della nostra collettività.
Ho trascorso una brutta nottata a pensare a cosa potrebbe succedere nei prossimi giorni: la reazione dei mercati quale sarà? Quella dei clienti? Mah… Speriamo bene!
Sicuramente ci vorranno giorni per capire i trend, ma sicuramente, da subito, una cosa potrebbe essere molto utile: l’immediata decisione del management della banca relativa ad eventuali dimissioni. Sarebbe opportuno che il management non aspettasse il 15 gennaio per farci sapere se resta o se si dimette. I mercati vogliono certezze e pertanto, quanto prima sapremo le decisioni del management, tanto meglio sarà per Siena.
Riterrei pertanto indispensabile la convocazione di un CDA urgente già lunedì o al massimo martedì per esternare le intenzioni del presidente e dell’amministratore delegato; d’altronde loro, come noi, sapevano benissimo e da tempo, che le loro richieste sarebbero state bocciate. Questa notizia è essenziale perché i mercati non sopportano le incertezze, in particolare, nel nostro caso, non ce lo possiamo permettere perché i valori borsistici del titolo non sono molto lontani dalla soglia di escussione del pegno.
Va anche considerato che nel caso di dimissioni, seguirebbero altre settimane di incertezza per la nomina di nuovi managers ed in questo caso i mercati difficilmente ci perdonerebbero.
Qualora i managers avessero deciso di restare, sarebbe auspicabile che si attivassero da subito per ottenere le garanzie sul collocamento dell’aumento di capitale con le nuove tempistiche. Se in pochi giorni si potesse dare questa notizia le chances della fondazione aumenterebbero notevolmente.
A cento metri di distanza da Rocca Salimbeni, la Mansi, dovrà attivarsi il prima possibile per vendere tutta la quota, o quasi, per mettere in sicurezza la Fondazione e per intraprendere un nuovo percorso che le permetta di essere un piccolo motore di sviluppo del territorio nonché un attore indispensabile nel sociale: le attività tipiche di una qualsiasi fondazione.
Questi sono gli aspetti prioritari e da questi dipende il futuro della nostra collettività.
Giorgio Finucci
(foto di Corrado De Serio)