"Si parla sempre del destino della Banca, ma di quello dei risparmiatori? Burden Sharing vs Bail-In"
AREZZO. Dall’Associazione Vittime del Salvabanche riceviamo e pubblichiamo.
“Le notizie sui giornali rimbalzano e si contraddicono senza sosta nei giorni dell’instabilità politica, come se i problemi delle banche fossero dovuti alla crisi di governo e fino ad oggi l’Italia avesse goduto di una politica forte e determinata con interventi mirati al sistema bancario ormai in crisi da quasi un decennio. La realtà è che i piccoli obbligazionisti di Mps rischiano i loro risparmi.
Come sempre, da una parte gli attori principali… lamentano una scarsa preparazione finanziaria degli italiani, ma dall’altra si tengono i risparmiatori volutamente all’oscuro di quello che sta accadendo. Si sente parlare di Burden Sharing o Bail-in ma se non sei un giornalista economico o un azzerato di Banca Etruria and Co. non è possibile capire quali siano i potenziali scenari e i rischi che questi comporteranno per i risparmiatori.
Per queste ragioni, l’Associazione Vittime del Salva-Banche, sempre a fianco dei risparmiatori, ha aperto un filo diretto con gli obbligazionisti e azionisti del Mps cercando di spiegare chiaramente l’attuale scenario ed i rischi tangibili che corrono a seconda del tipo di investimento che hanno fatto. Tutti i risparmiatori che avessero dubbi, incertezze o semplici richieste in informazioni potranno mettersi in contatto con noi scrivendo all’indirizzo: direzione@vittimedelsalvabanche.it.
Nel caso MPS il burden sharing viene presentato come una opzione positiva rispetto al bail-in; ma nessuno si chiede cosa cambia? in pratica nel caso specifico quasi nulla. Il burden sharing non è null’altro che una forma attenuata del bail-in, gli azionisti saranno fortemente diluiti, ovvero il valore delle loro azioni rimarrà ad una percentuale minima del capitale investito, mentre per gli obbligazionisti subordinati è prevista la conversione forzosa di tutte le obbligazioni subordinate, per un valore 4,2 miliardi. Tale conversione, che sarà effettuata a valori di libro, potrebbe portare ad una perdita effettiva massima sul capitale investito anche del 90%, nel caso in cui l’ex obbligazionista decida di liquidare immediatamente l’investimento forzatamente convertito in azione. I restanti 800 milioni, per la ricapitalizzazione di 5 miliardi, verranno reperiti tramite intervento pubblico.
In caso di bail-in se confermata la ricapitalizzazione di 5 miliardi del Mps, gli azionisti saranno fortemente diluiti e il valore delle loro azioni rimarrà ad una percentuale minima del capitale investito, mentre gli obbligazionisti subordinati, soggetti a conversione forzosa effettuata a valori di libro, in caso di liquidazione immediata dell’investimento, potrebbero avere una perdita effettiva massima sul capitale investito pari al 90%. Per le obbligazioni senior, la cui conversione forzosa avverrà per il 6,8% del valore delle obbligazioni ordinarie, la perdita effettiva massina sarà del 5% sul capitale investito. In caso di Bail-In, non è previsto alcun intervento pubblico.
Sostanzialmente, per gli azionisti e per i possessori di obbligazioni subordinate non cambia nulla se non essere quasi azzerati da un strumento (burden sharing o bail-in) rispetto che dall’altro, la sola differenza sostanziale è l’intervento pubblico per 800 milioni in alternativa ad un haircut del 5% sul totale dei 12 miliardi di obbligazioni ordinarie MPS.
Ora, ci chiediamo se il tacere ancora sulle sorti e sulle gravose conseguenze che ricadranno sui risparmiatori di Mps dipenda dalla disperata richiesta dei vertici di Mps a Consob di cambiare il regolamento con cui si è negata la possibilità di modificare i profili Mifid per la conversione delle obbligazioni subordinate in azioni, oppure dipenda da una volontà politica che cerca di cambiare volto a chi firmerà il decreto, che di fatto, potrebbe azzerare i risparmi di decine di migliaia di italiani?”