Ma mi faccia il piacere...
MASSA. Basta! Ora Basta, la mia pazienza è finita!
Caro Il Cittadino online, mai come in questo caso avrei fatto volentieri a meno di ricorrere alla tua squisita ospitalità, ma credimi, non so più a quali santi votarmi per poter lavorare in un ambiente salubre e dignitoso. Non riesci a crederci? Aspetta e vedrai.
Partiamo dal problema delle condizioni igieniche del mio ufficio nella Filiale di Massa. Mi lamento subito della sua sporcizia con la Direzione, ma mi viene detto di pazientare e di attendere l’intervento di una ditta esterna che farà una pulizia straordinaria di tutta la Filiale. Passano i giorni e mi viene riferito che l’impresa specializzata è sì intervenuta, ma che, accidenti, si è dimenticata di rassettare il mio ufficio. Marco non ti preoccupare e sta’ tranquillo, – mi dicono -, abbiamo richiesto un nuovo intervento e di più non possiamo fare. Sta a vedere, ho pensato tra un’imprecazione e l’altra, che il mio ufficietto è sparito dalla piantina della Filiale.
Attendo buone nuove che non arrivano, ed allora attacco due dazebao di soccorso alla parete del mio ufficio (Foto 1-2). Fatica inutile: un solerte collega censore me li strappa sdegnato (leggi qui“I Pasdaran del Monte in azione nella Filiale di Massa”).
Ormai mi sono rassegnato al mio triste destino quando improvvisamente arriva la visita in Filiale di due ispettori dell’Ufficio USL di Prevenzione Igiene e Sicurezza nei luoghi di lavoro, seguita in un breve lasso di tempo da quella di un medico aziendale. Penso a una grazia ricevuta e assaporo la certezza che immantinente potrò lavorare in un locale decente. Povero ingenuo, come se non conoscessi l’effettiva realtà vissuta dai dipendenti.
Morale della favola? Dal 9 dicembre 2015 e quindi dalla bellezza di 75 giorni io sono costretto a lavorare con alle spalle tende che si presentano così (Foto 3-4) e con un finestrone ridotto in questo stato (Foto 5-6-7-8-9), senza che l’azienda muova un dito. Dico, è possibile che quello che una volta era il terzo gruppo bancario del Paese faccia lavorare un suo lavoratore in un locale con vista discarica? Per togliere quel sudiciume devo forse chiamare il 115?
E il rispetto verso i clienti, costretti ad “ammirare” un tale spettacolo, dove lo metti cara la mia banca?
Povero Monte dei Paschi di Siena, che orgogliosamente ti proclami Banca Etica, Sociale e pure Verde e poi ti fai cogliere in flagrante violazione non solo del Testo Unico sulla Salute e Sicurezza sul Lavoro, ma pure del Codice Etico che hai scritto di tuo pugno: “Il Gruppo si impegna a garantire condizioni e ambienti di lavoro sicuri, salubri e soddisfacenti, in cui i dipendenti sono trattati in modo equo e con rispetto…”. Qualcuno, in alto, ha ancora il pudore di arrossire di vergogna?
Quale sarà il motivo di tanta pervicacia nel colpire la mia dignità di persona e di lavoratore?
Dopo essermi stato impedito per un lungo periodo di tempo – per scelta aziendale – di svolgere una qualsiasi mansione lavorativa, dopo aver ricevuto fin dal mio ingresso nel mondo Monte Paschi schede valutative con micro punteggi palesemente pretestuosi (come puntualmente dimostrato nei vari ricorsi) e dopo aver subito la comminazione di tre sanzioni disciplinari per il “delitto di lesa maestà” del Monte per aver osato esprimere liberamente il mio pensiero sul Cittadino online, ecco che mi tocca convivere giorno dopo giorno, con il sudicio dell’ufficio che non si riesce, inspiegabilmente, ad eliminare.
Non sarà che il Monte mi considera persona non grata?
Veniamo brevemente agli altri problemini della Filiale che interessano tutti i dipendenti.
1) Guardate in che condizioni si trova questo bagno al primo piano (Foto 10-11).
2) L’ascensore è fuori servizio da quasi cinque mesi (Foto 12) perché, si sente dire, deve arrivare un pezzo di ricambio: trattasi senz’altro di un gioiello tecnologico futuribile prodotto in una galassia lontana milioni di anni luce. In compenso arrivano puntuali tutti i giorni le imprecazioni e i commenti sarcastici contro il Monte dei poveri clienti costretti, sani o malati, giovani o vecchi che siano, a farsi le scale fino al secondo piano.
3) L’impianto di aerazione dei locali non funziona, per cui non vi è un sufficiente ricambio dell’aria. Questo problema, storico, è stato acuito dalla chiusura della Filiale adiacente del Monte e di un’Agenzia locale, le cui clientele sono state dirottate nella sede in cui lavoro.
Per cui in alcune giornate il salone sembra trasformarsi in un suk arabo, con all’interno persone accalcate una sull’altra e sparse un po’ dovunque, formanti code a volte anche all’esterno (Foto 13-14-15). La confusione regna sovrana e l’aria, percorsa da olezzi insopportabili, diviene irrespirabile. In queste condizioni, i cassieri si vedono costretti a lavorare ben oltre gli orari stabiliti e, mi si dice, senza che vengano loro riconosciuti gli straordinari.
4) E’ da più di un anno che l’azienda ha avvertito i dipendenti della presenza di amianto sul tetto della sede di lavoro, ma ad oggi la stessa non ha ancora fornito notizie sul programma di controllo e manutenzione ai sensi dell’art. 4 del D.M. 06.09.94.
Naturalmente le Rappresentanze sindacali della Filiale hanno subito preso di petto la situazione e con un battagliero comunicato del 14 dicembre 2015 hanno dichiarato guerra all’azienda (All. 16). Peccato che non mi risulti essere stato aperto alcun fronte, a meno che quello meritorio attivato sul versante Usl non vada ascritto a qualche coraggioso sindacalista. Va osservato che se prima quel volantino aveva almeno la funzione di fare bella mostra di sé nella bacheca sindacale situata al primo piano, ora ha perso pure quella. Eh sì, perché dal giorno della visita di controllo Uslina una manina malandrina ha pensato bene di farlo sparire. Gesto poco nobile e nemmeno intelligente, perché adesso grazie alla platea offerta dal Cittadino online quel volantino sarà letto, invece che da nessuno, da qualche migliaia di persone.
Ad oggi pare che i sindacalisti ancora non si siano accorti del fattaccio, ma mi auguro che al più presto riescano a riconquistare con un blitz sul campo la posizione perduta.
Il mio ultimo pensiero non posso non dedicarlo a Lei, dottoressa Dalla Riva. Sa, io l’ammiro davvero. Ma come fa ad ammaliare mezzo mondo convincendolo che il Monte metta sempre al centro delle sue amorevoli cure le persone?
Non voglio assolutamente contraddirla. Ma, come avrà potuto constatare, mi sembra che sia difficile considerare appartenenti a quella categoria privilegiata i clienti e i dipendenti.
Almeno in quel di Massa.
Marco Sbarra
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