Purtroppo il ricorso è stato dichiarato inammissibile dal Consiglio di Stato.
Questa conclusione, in parte temuta e in parte esclusa, ha lasciato i cittadini della Badia particolarmente stupiti e ovviamente delusi. La delusione emerge nel momento in cui ci saremmo attesi un esito diverso, ma per la verità, maggiore è lo stupore, laddove si pensi che il Ministero delle Infrastrutture, ovvero l’Organo che esprime il parere tecnico sulla questione, aveva dato appunto parere favorevole alla fondatezza del ricorso. Infatti in tale parere il ricorso promosso dai cittadini della Badia veniva riconosciuto fondato per due motivazioni:
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eccesso di potere;
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irragionevolezza e manifesta illogicità nelle scelte fatte dal Comune di concedere una superficie di oltre 3000 mq alla Comunità dei Musulmani su una più ampia e complessiva di 5000 mq.
Ed oggi che ci troviamo dinanzi a quel mostro di cemento comprendiamo che questa irragionevolezza è realmente fondata.
Ma a monte di tutto questo, il parere del Ministero riconosceva che il ricorso era stato promosso tempestivamente dai cittadini della Badia, nel momento cioè in cui gli stessi erano stati lesi nei loro interessi, ovvero quando si assegnava parte del parco ai musulmani.
Ebbene, il Consiglio di Stato, con poche righe ha risolto la questione, dichiarando che il ricorso era tardivo e che non era stato promosso nei tempi di legge. Dunque non era ammissibile.
Tuttavia è bene che i cittadini tutti sappiano che dichiarare l’inammissibilità significa non aver conosciuto la sostanza dei fatti: infatti il Consiglio di Stato ha dichiarato che troppo tardi i cittadini hanno presentato ricorso, senza essere entrato nel merito della faccenda. Dunque non è stato respinto, ammettendo ad esempio che il Comune bene avrebbe fatto a dare il terreno ai Musulmani, ma lo ha rigettato sol perchè i cittadini della Badia non hanno impugnato nei tempi previsti il Piano Regolatore: e purtroppo tale profilo è pregiudiziale a tutto il resto.
Ed allora, anche se dispiaciuti per l’esito di questo ricorso, tuttavia possiamo dire che ad oggi nessuna Autorità Giudiziaria, tantomeno il Consiglio di Stato, ha dichiarato che la nuova moschea si sta realizzando nel pieno rispetto della legislazione italiana, perché lo stesso Consiglio di Stato si è fermato all’inizio della vicenda, negando ai cittadini il diritto di far valere il proprio interesse, ma senza in alcun modo riconoscere la correttezza della procedura seguita dal Comune per dare il terreno ai musulmani.
Il Presidente del Comitato
Avv. Letizia Franceschi