ASCIANO. “Domenica 8 febbraio si vota per il rinnovo del Cda di Bancasciano.Finisce una storia e comincia il nuovo viaggio ma a Bancasciano nulla sarà più come prima. I soci saranno più sospettosi e quindi molto più attenti di quanto non lo siano stati in passato, non permetteranno più a nessuno di approfittarsi della propria banca, di depredarla attraverso spese impossibili da sostenere: rappresentanza; consiglio di amministrazione, consulenze esterne, direzione ecc. tutte spese che in passato erano fuori controllo, che hanno portato via tanto senza giusti ritorni.
Facciamo il punto. Intanto sarebbe giusto chiedere a chi entrerà a far parte del nuovo CDA di rinunciare ad ogni forma di compenso, almeno fino a quando i conti non torneranno a posto; il caffè, i viaggi, le settimane bianche, cene e “ceninine” non dovranno più trovarsi nelle spese della banca, come non vi si
dovrà trovare le spese legali con assurde azioni di scontro con i soci, o parti di essi. Inoltre vi dovrà essere più attenzione alla politica della banca. E’ una piccola banca nata a servizio del territorio, in difesa di chi vuol fare e di chi non riesce a farcela. Quindi non è necessario entrare in rischi inutili e pericolosi . Se in passato è stato fatto, ora dobbiamo riuscire a dare solidità perchè le capacità professionali esistono, il nostro è un personale capace e ricco di volontà. Ci possiamo contare e non è cosa da poco.
La banca potrebbe andare avanti da sola? Forse, ma sarebbe sbagliato pensarci: questo è un momento difficile, un momento nel quale le risorse si assottigliano e le esigenze aumentano. Per riuscire a fare tanto con poco, occorrerà mettere insieme il poco e farlo diventare tanto. Per questo l’idea della fusione con la
BCC di Montepulciano ritengo sia stata giusta, peccato che si sia inceppata nei soliti meccanismi dettati dalla cialtroneria di chi non riesce a essere libero nel proprio pensiero.
Personalmente temo anche la situazione attuale che per la banca è pericolosa . Esistono ancora due fazioni, ambedue con grande spirito di rivalsa, che tentano anche di coinvolgere il personale, cosa fortemente errata. Fortuna che i soci lo hanno capito e si sono mossi in autonomia. Il comitato propone sette nomi per
il CDA, sicuramente la corrente del vecchio CDA altrettanti, ma la lista è di trentuno, oltre il doppio. Allora quale lettura possiamo dare? Una sola: i soci non si fidano nè del passato nè del nuovo che avanza, e hanno ragione.
La banca è una e non ha bisogno di avere un CDA frazionato, diviso, con scopi incompresi e sconosciuti. La banca ha bisogno di ritrovare l’unità, e deve farlo rapidamente perché se è vero che potrebbe essere necessaria una fusione, bisogna riuscire ad arrivarci con tutta la forza necessaria, pensando in assoluto al
bene della banca e non al personale interesse.
Personalmente penso questo, ed è l’unico motivo per il quale mi sono messo in gioco e l’ho fatto fuori da ogni schema, come tutta la battaglia che ho portato avanti. Ma ho voluto provarci solo per poter dare un contributo Non mi è stato chiesto, ma non importa, mi sono proposto. Decideranno i soci se ritengono utile la mia presenza o meno.
Massimo Mori