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A tal proposito, vogliamo porre alcune domande. E' vero, o no, che il Comune di Siena ha negato, anche per il 750esimo della ricorrenza, una logica forma di forte collaborazione con il Comitato "Passato e Presente" di Casetta, creando non poca delusione, come contenuto nella delibera di Giunta 362/2010, pubblicata all'Albo Pretorio il 5 agosto? A Siena ci si limiterà solo a ricordare a livello ufficiale Montaperti con una celebrazione in un teatro al chiuso, inviando alle manifestazioni organizzate dal Comitato "Passato e Presente" un delegato del Sindaco alla processione (al primo cittadino Maurizio Cenni si chiede forse troppo?!?) ed offrendo una misera "collaborazione logistica", dimenticando che quello fu soprattutto un evento di popolo?
Un tempo a questa ricorrenza partecipavano, oltre alla rappresentanza del Comune, anche quelle ufficiali delle Contrade; da qualche anno tutto è finito nel dimenticatoio. Non c'è però nulla di strano: qualche testa pensante della troika ufficiale del "Sistema Siena" ha pensato, in passato ed in più di un'occasione, a sminuire la ricorrenza di Montaperti, definita anche un "evento marginale". Peccato, però, che chi ignora il passato non saprà mai nulla del presente.
Non è infatti possibile e non è accettabile che ci si dimentichi in questo modo del proprio passato, accettando però che sia tirato fuori solo quando fa comodo ed in occasione di manifestazioni di tifo sportivo o, peggio, quando c'è da auto elogiarsi, come lo scorso anno, quando il 4 di settembre, per l'inaugurazione del Cippo, ci trovammo dinanzi ad una folla auto-plaudente dei soliti uomini della nomenklatura locale, con le mani rosse per gli applausi rivolti ad un Presidente di San Gimignano (Mancini, della Fondazione) ed a uno di Catanzaro (Mussari, della Banca), in occasione dell'inaugurazione del Cippo dopo alcuni lavori di sistemazione dell'area (anche quello per anni vergognosamente dimenticato e lasciato in balia di se stesso). Nulla di strano, però: in tutti i campi il "Sistema Siena" si è venuto basando sulla fedeltà al potente di turno, non sul merito. Oggi, dinanzi alla sua crisi, non possiamo che sperare che i Senesi, recuperando lo "spirito di Montaperti", trovino il coraggio di risvegliarsi e ribellarsi, in virtù del loro passato, tornando ad essere cittadini e non più sudditi, liberi e non più servi.
Francesco Giusti
Segretario Provinciale di Siena