... e "una democrazia o è realmente partecipata o non è democrazia"
Carissima direttrice,
sono rientrato l’altro ieri sera a Siena, dopo alcuni giorni di forzata assenza, e leggo oggi, nel suo editoriale del 4 aprile, la notizia secondo la quale “…nel consesso pare che qualcuno abbia riproposto, a gran voce, la candidatura del professor Minnucci. Una candidatura contrastata da Ceccuzzi che lo vede come non ‘malleabile’ alla volontà del partito (o di lui, che dir si voglia)…”. Non ne sapevo e non ne so nulla anche perché, pur essendo stato più volte contattato nella seconda metà dell’anno scorso da esponenti di schieramenti diversi, non sono mai stato candidato, né mi sono candidato, a nulla. Ringrazio, quindi, la persona/le persone, a me del tutto ignote che, in quella sede, avrebbero fatto il mio nome. Aggiungo che sono sempre stato un fautore convinto delle “primarie”, in qualsiasi schieramento beninteso e non solo nel PD o nel centro-sinistra, perché ho sempre pensato che – e l’ho scritto sul suo giornale il 23 settembre e il 21 dicembre scorsi in due modesti contributi che forse occorrerebbe rileggere (https://www.ilcittadinoonline.it/news/155546/Minnucci___Per_Siena_un_futuro_difficilissimo_.html)
(https://www.ilcittadinoonline.it/news/152653/Persone_competenti__oneste__disinteressate__attente_al__bene_comune__cercansi.html) – o si torna ad una democrazia effettivamente partecipata (ma le primarie da sole non bastano perché la democrazia dovrebbe fondarsi su una riforma profondissima dei Partiti, previsti dalla nostra Carta Costituzionale) o si va verso l’ignoto.
La primarie dovrebbero essere il luogo nel quale gli schieramenti scelgano non tanto colui/colei che risulta più gradito al Partito o alla coalizione, ma colui/colei che dovrebbe avere maggiore speranza di vincere le successive elezioni. Il rischio, in caso contrario, potrebbe trasformare la vittoria delle primarie in una “vittoria di Pirro”, con gli strascichi successivi che ben conosciamo.
I Partiti dovrebbero essere – lo ripeto – il luogo nel quale le istanze della società dovrebbero confrontarsi per trovare accoglimento, ascolto, e anche diniego se non sono possibili, ma nella assoluta trasparenza, per essere comunque elaborate e trasformate in proposte politiche concrete e fattibili per il bene della società medesima. O una democrazia è realmente partecipata, o non è. E, mi permetto di aggiungere, la partecipazione dev’essere reale, concreta, guardando negli occhi i candidati. Questa è la vera sfida che il Paese e la città debbono affrontare nel prossimo futuro: dare risposte concrete a tutte le istanze dei cittadini per ridare agli stessi – in una situazione drammatica – un minimo di speranza e di ottimismo per il futuro.
Quanto al fatto che la mia eventuale candidatura sia stata contrastata perché ritenuto persona “non malleabile” alla volontà del partito o di suoi componenti, credo – sempre che la notizia risponda al vero – che la notizia medesima non abbia bisogno di commenti. Ho una malattia inguaribile, evidentemente ben conosciuta: ho sempre pensato, e continuo esclusivamente a pensare, con la mia testa.
RingraziandoLa per l’ospitalità
Suo Giovanni Minnucci