Un "armonico groviglio" scollegato dalla realtà
SIENA. Ci sconcerta lo sconcerto con il quale la stampa locale commenta le dichiarazioni di Claudio Martelli a proposito del fatto che a Siena ci sia una dittatura esercitata da sempre da un partito unico che da sempre controlla, quasi manu militare, il sistema senese influenzando financo la stampa che si riduce ad esaltare tutto quel che fa l’amministrazione.
Ci sconcerta, dicevamo, che qualcuno si sconcerti per cose che sanno tutti e alle quali in qualche modo ci siamo abituati, anche se non rassegnati.
Certamente noi, abituati al clima ovattato senese, non avremmo usato il termine dittatura, anche se contestuale ad un ragionamento più articolato, ed avremmo optato per un più corretto politicamente “groviglio armonico di interessi”, che poi è la stessa cosa, però fa meno effetto.
Certo l’anomalia senese non ha uguali, perché non esiste paese al mondo dove il candidato dell’opposizione (a parole) viene scelto di concerto con la maggioranza.
Qualcuno si scorda per caso come il candidato Nannini, che per sua stessa ammissione ha sempre votato a sinistra, sia stato prescelto da un certo Rocco Girlanda che lo ha portato a Verdini il quale a sua volta l’ha portato da Berlusconi per l’imprimatur definitivo.
E non è lo stesso Girlanda amministratore delegato della società editrice di un quotidiano locale notoriamente schierato a sinistra e, al contempo, deputato umbro del PDL, coinvolto in alcuni scandali con Denis Verdini?
E lo stesso Verdini, sin dalle amministrative del 2006, non è forse in rapporti con quel Franco Ceccuzzi che oggi si candida a sindaco di Siena?
Ci spieghi allora Ceccuzzi quali sono stati e quali sono i suoi rapporti con Denis Verdini e ci spieghi anche se parlavano di donne, di sport o di qualcosa di altro.
Nella nostra concezione politica (dove non esiste l’ abitudine di insultare o di tentare di comprare il nemico) non c’è niente di illecito ad avere rapporti e confrontarsi con l’avversario, purché ciò avvenga alla luce del sole e che tutti ne siano informati.
Nella nostra concezione politica non esiste neppure che un sindaco uscente (il Cenni) sia costretto l’ultimo giorno a votare contro la propria maggioranza, che è già passata al nuovo padrone e per ingraziarselo, dopo avere approvato Piano Strutturale e Regolamento Urbanistico, si rifiuta di approvare il Regolamento Edilizio, che dei primi due costituisce il libretto delle istruzioni, solo per poter dare al povero Cenni la responsabilità di quanto accaduto negli ultimi dieci anni.
Il sistema Siena è certamente un “groviglio armonico e virtuoso”, dove però i gestori stanno chiusi nel palazzo e non si rendono conto di quel che avviene nel mondo reale e nulla fanno per sottrarre la città a quella decadenza verso la quale sembrano invece spingerla.
Perché per governare una comunità, anche se ricca di grandi risorse come è stata Siena fino a poco tempo fa, bisogna ascoltare le istanze dei cittadini che danno il polso della situazione, farsi carico dei loro bisogni e delle loro speranze per trasformarli in progetti reali, trovare le necessarie risorse e poi realizzarli.
E’, in altre parole, necessario guardare la realtà, coglierne i problemi e sapere immaginare il futuro.
Non ci sembra che questa capacità sia il tratto distintivo dell’armonico groviglio.
Agostino Milani Futuro e Libertà