SIENA. I gravissimi episodi del rogo di San Miniato e delle due aggressioni, in pieno centro e durante le ore diurne, evidenziano in modo chiaro ed inequivocabile che Siena non è più una città tranquilla.
Questa realtà, denunziata dalle forze politiche di opposizione che da anni chiedono invano di dare priorità nell’agenda politica al problema della sicurezza e del contrasto alla microcriminalità, si è resa evidente anche alle forze politiche di maggioranza, che, a seguito degli atti di violenza avvenuti, si sono poste recentemente il problema di porre in essere azioni di contrasto.
Tale necessità è stata sottolineata dallo stesso sindaco il quale propone “una maggiore illuminazione di tutto il centro storico” non escludendo, nello stesso centro storico, l’installazione di telecamere.
Ben vengano quindi una maggiore illuminazione delle strade e la installazione delle telecamere, cose che le forze politiche di opposizione chiedono da sempre, ma lascia perplessi che nessuna di quelle di maggioranza abbia parlato della necessità di un maggiore controllo del territorio da parte delle forze dell’ordine, come se il prevenire non fosse più importante del reprimere e del condannare.
A meno che ai cittadini, una volta accese luci e telecamere, non venga affidato il compito dell’autotutela.
Non vorremmo insomma che ci si limiti ad una condanna di circostanza e dopo avere deprecato quel che c’è da deprecare, dopo avere acceso luci e telecamere, si passi ad altro sino a quando un altro episodio di violenza costringa tutti a deprecare di nuovo, magari con toni più forti e con maggiore indignazione.
Vorremmo invece che ognuno faccia la propria parte, a cominciare dalle istituzioni cui i cittadini hanno affidato la responsabilità della sicurezza e del garantire la civile convivenza.
Siamo d’accordo con chi ha detto che San Miniato non è il Bronx e che non è il caso di fare semplificazioni e demagogia, ma siamo anche convinti che sia arrivato il momento di dare risposte che abbiano riscontro immediato nel contrasto e respiro strategico per quel che riguarda la prevenzione.
Così come siamo convinti che gli episodi avvenuti siano anche il frutto di un disagio giovanile, non più episodico, che deve essere contrastato nei suoi comportamenti criminosi, ma che parimenti deve essere indagato e compreso nelle sue motivazioni.
Abbiamo in altra occasione evidenziato come da sempre il passaggio dall’età adolescenziale a quella giovanile sia caratterizzato da paure ed incertezze ed avvenga per lacerazioni dolorose, aggiungendo come oggi a queste incertezze, proprie di tutte le generazioni, si aggiungano solitudine, difficoltà a trovare un lavoro e a costruire una speranza di futuro, o peggio ancora immaginare una propria avventura esistenziale.
Ed abbiamo parimenti evidenziato come la risposta a questo disagio non possa essere la riproposizione di regole pensate e scritte da altri, perché sino a quando tali regole saranno semplicemente imposte a chi sta ancora cercando il significato della propria esistenza, quest’ultimo, o per volontà di trasgressione o per un malinteso senso di avventura, cercherà il modo di eluderle.
In una città come Siena dove tutto è straordinariamente immobile e dove un giovane l’avventura esistenziale la deve cercare nella fuga dalla realtà o nel teppismo gratuito, è necessario che politica e istituzioni si adoperino per promuovere spazi di aggregazione sociale che non siano ghetti e magari anche spazi di rinnovamento economico e sociale per consentire ad ogni giovane di costruire i propri sogni e , se vuole, vivere la propria vita come un’avventura.
Per questi motivi, nella convinzione che politica ed istituzioni debbano fare la propria parte, che la coesione sociale di una comunità debba incardinarsi nei valori di responsabilità e solidarietà, presenteremo una mozione consiliare che impegna il Comune a costituirsi come parte civile nei confronti dei responsabili di atti criminosi, che nella loro gravità offendono l’intera comunità civica minacciandone i valori di coesione sociale, nonché a verificare la possibilità di stipulare una polizza assicurativa o di costituire un fondo di solidarietà specifici cui potere fare ricorso per indennizzare (quando non vengono individuati i responsabili) le vittime degli atti di violenza o di teppismo ed infine a promuovere la formazione di una commissione pubblica, aperta a tutti i contributi esterni che si ritengano necessari o utili, al fine di indagare le motivazioni alla base del disagio giovanile e le politiche necessarie per intervenire su tali motivazioni e prevenirne la formazione.
Agostino Milani – coordinamento comunale AN
Questa realtà, denunziata dalle forze politiche di opposizione che da anni chiedono invano di dare priorità nell’agenda politica al problema della sicurezza e del contrasto alla microcriminalità, si è resa evidente anche alle forze politiche di maggioranza, che, a seguito degli atti di violenza avvenuti, si sono poste recentemente il problema di porre in essere azioni di contrasto.
Tale necessità è stata sottolineata dallo stesso sindaco il quale propone “una maggiore illuminazione di tutto il centro storico” non escludendo, nello stesso centro storico, l’installazione di telecamere.
Ben vengano quindi una maggiore illuminazione delle strade e la installazione delle telecamere, cose che le forze politiche di opposizione chiedono da sempre, ma lascia perplessi che nessuna di quelle di maggioranza abbia parlato della necessità di un maggiore controllo del territorio da parte delle forze dell’ordine, come se il prevenire non fosse più importante del reprimere e del condannare.
A meno che ai cittadini, una volta accese luci e telecamere, non venga affidato il compito dell’autotutela.
Non vorremmo insomma che ci si limiti ad una condanna di circostanza e dopo avere deprecato quel che c’è da deprecare, dopo avere acceso luci e telecamere, si passi ad altro sino a quando un altro episodio di violenza costringa tutti a deprecare di nuovo, magari con toni più forti e con maggiore indignazione.
Vorremmo invece che ognuno faccia la propria parte, a cominciare dalle istituzioni cui i cittadini hanno affidato la responsabilità della sicurezza e del garantire la civile convivenza.
Siamo d’accordo con chi ha detto che San Miniato non è il Bronx e che non è il caso di fare semplificazioni e demagogia, ma siamo anche convinti che sia arrivato il momento di dare risposte che abbiano riscontro immediato nel contrasto e respiro strategico per quel che riguarda la prevenzione.
Così come siamo convinti che gli episodi avvenuti siano anche il frutto di un disagio giovanile, non più episodico, che deve essere contrastato nei suoi comportamenti criminosi, ma che parimenti deve essere indagato e compreso nelle sue motivazioni.
Abbiamo in altra occasione evidenziato come da sempre il passaggio dall’età adolescenziale a quella giovanile sia caratterizzato da paure ed incertezze ed avvenga per lacerazioni dolorose, aggiungendo come oggi a queste incertezze, proprie di tutte le generazioni, si aggiungano solitudine, difficoltà a trovare un lavoro e a costruire una speranza di futuro, o peggio ancora immaginare una propria avventura esistenziale.
Ed abbiamo parimenti evidenziato come la risposta a questo disagio non possa essere la riproposizione di regole pensate e scritte da altri, perché sino a quando tali regole saranno semplicemente imposte a chi sta ancora cercando il significato della propria esistenza, quest’ultimo, o per volontà di trasgressione o per un malinteso senso di avventura, cercherà il modo di eluderle.
In una città come Siena dove tutto è straordinariamente immobile e dove un giovane l’avventura esistenziale la deve cercare nella fuga dalla realtà o nel teppismo gratuito, è necessario che politica e istituzioni si adoperino per promuovere spazi di aggregazione sociale che non siano ghetti e magari anche spazi di rinnovamento economico e sociale per consentire ad ogni giovane di costruire i propri sogni e , se vuole, vivere la propria vita come un’avventura.
Per questi motivi, nella convinzione che politica ed istituzioni debbano fare la propria parte, che la coesione sociale di una comunità debba incardinarsi nei valori di responsabilità e solidarietà, presenteremo una mozione consiliare che impegna il Comune a costituirsi come parte civile nei confronti dei responsabili di atti criminosi, che nella loro gravità offendono l’intera comunità civica minacciandone i valori di coesione sociale, nonché a verificare la possibilità di stipulare una polizza assicurativa o di costituire un fondo di solidarietà specifici cui potere fare ricorso per indennizzare (quando non vengono individuati i responsabili) le vittime degli atti di violenza o di teppismo ed infine a promuovere la formazione di una commissione pubblica, aperta a tutti i contributi esterni che si ritengano necessari o utili, al fine di indagare le motivazioni alla base del disagio giovanile e le politiche necessarie per intervenire su tali motivazioni e prevenirne la formazione.
Agostino Milani – coordinamento comunale AN