L'esponente del Movimento Civico Senese commenta le vicende che toccano così da vicino i dipendenti dei due enti
SIENA. Da alcuni anni a questa parte il salario accessorio è diventato per i dipendenti pubblici una parte consistente della retribuzione per scelte politiche e sindacali non sempre condivisibili.
Anche se in linea teorica può essere giusto aumentare lo stipendio sulla base della produttività, della meritocrazia e delle peculiarità organizzative di ciascun ente, l’uso che spesso viene fatto della parte integrativa delle retribuzioni produce sperequazioni, divisioni tra i lavoratori e spesso diventa un’arma di ricatto in mano ai dirigenti.
E’, però, di tutta evidenza l’importanza di tale istituto in un contesto in cui gli stipendi dei dipendenti pubblici sono bloccati da anni e l’integrazione salariale rappresenta l’unica possibilità di aumentare la retribuzione per attenuare il morso della crisi.
Ma la definizione degli accordi sul salario accessorio costituiscono anche il termometro di come i vertici di un’amministrazione pubblica abbiano a cuore le sorti dei propri dipendenti e, soprattutto, sappiano valorizzare il personale e curare l’organizzazione dell’ente senza creare conflitti.
Da questo punto di vista non rappresentano un buon esempio né i vertici del principale ateneo cittadino, né l’amministrazione comunale che sono tristemente accomunati dal non riuscire a garantire ai propri dipendenti una parte fondamentale della retribuzione.
La vicenda del salario accessorio dell’Università di Siena può essere considerata la massima rappresentazione della ‘novella dello stento’ perché dopo due anni di conteggi per la costituzione dell’apposito fondo e nonostante la pendenza di numerosi contenziosi, i vertici dell’ateneo non sono ancora riusciti a trovare una soluzione.
Ci auguriamo che quando (e se) quest’ultima arriverà, sia contraddistinta dall’equità senza generare ‘figli e figliastri’.
Evidentemente l’influenza negativa del sindaco dimissionario Ceccuzzi (che aveva pubblicamente garantito ai dipendenti dell’Università di Siena un personale intervento per ripristinare il pagamento del salario accessorio) si è spostata da Banchi di Sotto a Piazza del Campo, perché anche le rappresentanze dei lavoratori del Comune di Siena hanno dovuto richiedere l’attivazione della procedura di raffreddamento e conciliazione al Prefetto di Siena.
Esprimere la solidarietà ai lavoratori è davvero poca cosa, ma è comunque un modo per manifestare una vicinanza che va al di là della forma e per dare giusta evidenza ad un problema che priva di risorse fondamentali tante famiglie e del quale, siamo certi, il prefetto saprà farsi carico.
Agostino Milani – Movimento Civico Senese