SIENA. “Siamo medici e mediatori culturali che operano sul territorio di Siena, all’interno dell’Associazione Corte dei Miracoli e nella USL 7 di Poggibonsi e offriamo un servizio di assistenza di medicina di base e di accoglienza per tutti i migranti non regolarmente presenti sul territorio italiano, secondo le norme attualmente vigenti.
In seguito all’approvazione dell’emendamento 39.306 che ha soppresso il comma 5 dell’Art 35 del DDL 286 del 1998 (Testo Unico sull’immigrazione), esprimiamo il nostro dissenso e preoccupazione per le conseguenze che porterà tale modifica.
Il suddetto comma 5 prevedeva che “l’accesso alle strutture sanitarie da parte dello straniero non in regola con le norme sul soggiorno, non può comportare alcun tipo di segnalazione all’autorità, salvo i casi in cui sia obbligatorio il referto, a parità di condizioni con il cittadino italiano”.
Sulla base della nostra esperienza ci sentiamo chiamati in causa proprio perché la questione immigrazione sembra diventata una patologia che affligge e ammala il nostro Paese, assumendo una connotazione esclusiva di pericolosità, di nociva tendenza da correggere. L’unica cura proposta dai nostri Senatori è l’identificazione, l’isolamento e l’espulsione, soluzione raggiunta anche approvando l’eliminazione di un comma così fondamentale, che fu elaborato a garanzia della salute individuale e collettiva, un diritto peraltro sancito dall’ Art. 32 della nostra Costituzione.
Crediamo che il risultato di tale modifica, che prevede la segnalazione e denuncia dell’immigrato, bisognoso di cure mediche, che non è regolarmente presente sul territorio nazionale, creerà nell’immigrato stesso un sentimento di paura e diffidenza, che porterà al peggioramento del suo stato di salute e ad un aumento dei fattori di rischio per la salute collettiva.
Lasciare alla discrezione personale di medici, infermieri e operatori socio-sanitari, se procedere o meno alla segnalazione dello straniero non regolarmente presente, significa minare al valore stesso della legislazione poiché una norma dovrebbe valere per tutte le persone allo stesso modo e non cambiare in base all’arbitrio del singolo, e questo a maggior ragione quando si tratta di una normativa che lede il diritto costituzionale alla salute, principio sancito anche dalla Dichiarazione Universale dei diritti dell’Uomo.
Queste riflessioni, che si fondano sulle nostre competenze specifiche e su anni di lavoro in questo campo, ci portano alla ferma convinzione che la salute dell’individuo dipenda necessariamente dal benessere del suo stato psico-fisico e sociale.
Inoltre la conoscenza diretta e l’ascolto delle storie umane nei nostri ambulatori ci hanno fatto conoscere persone che scelgono di emigrare non con l’intenzione di delinquere, ma con la speranza di offrirsi finalmente una possibilità di un’esistenza dignitosa. Molte di queste persone vivono tranquillamente tra di noi, lavorano nelle nostre case, danno e ricevono affetto e appoggio ai nostri cari e hanno il diritto di andare a farsi curare senza temere ripercussioni.
Noi medici e mediatori culturali dell’ambulatorio per migranti riteniamo che quello che sta succedendo in Italia sia piuttosto grave. Con questa lettera invitiamo ogni persona a riflettere sul fatto che si sta disattendendo ad un articolo della Costituzione Italiana (art. 32) in base al quale la salute è tutelata dalle istituzioni in quanto riconosciuta come diritto incondizionato della persona in sé, senza limitazioni di alcuna natura, età, sesso, religione, nazionalità o status giuridico. E chiediamo a tutti di valutare le gravi conseguenze che una legge del genere comporterà in uno stato sociale come il nostro, dove il diritto alla cura è uno dei fondamenti su cui si basa il nostro democratico paese.
Chiediamo che questa grave decisione sia ritirata dal Senato e che il comma 5 venga ripristinato.
Sappiamo di non essere soli, sappiamo che una petizione di Medici Senza Frontiere è stata firmata da migliaia di persone, associazioni e Ordini dei medici di tutta Italia e il governo non l’ha ascoltata. Ma noi continueremo a difendere il diritto alla salute e speriamo di essere appoggiati da tutta la società civile.”
Ambulatorio per Migranti