SIENA. Ad un mese dalla morte di Mauro Barno fu proposto di intitolargli l’aula magna dell’Università per stranieri, di cui era stato rettore. Ma la proposta cadde nel vuoto, così come quella di intitolargli lo studentato di viale Sardegna.
Ritenendo che la proposta fosse giustificata dall’eccezionale levatura del personaggio, di “sicuro uno dei senesi più importanti degli ultimi 60 anni”, tornai sull’argomento con un articolo il 19 agosto successivo perché, frattanto, more solito, stava già avanzandosi il dimenticatoio. Sono passati sei anni. Ma ho saputo di recente che, un anno fa, nel Settembre 2022, il rettore di Unistrasi Tommaso Montanari ha proposto, e deciso, d’intitolare 12 aule ai professori antifascisti, che si erano rifiutati di firmare le leggi razziali, e, per rispetto alla parità di genere, ad altrettante donne importanti. Niente da obiettare, se non che, fra queste, c’è soltanto una senese Bruna Talluri, staffetta partigiana, personaggio di spicco, amministratrice comunale e insegnante anche in Unistrasi.
E così, l’Aula Magna dell’Ateneo che avrebbe dovuto, secondo quanto già deliberato dal precedente Rettore, essere intitolata a Mauro Barni, ha oggi il nome della famosa scrittrice inglese Virginia Woolf. E questo nel generale silenzio anche del personale docente e non docente senese presente, che si è adeguato. E, poi, il silenzio assordante di una città che sembra rassegnata a tutto. Concittadini d’incallita ignavia, sempre pronti – però – a negare che Siena è sotto schiaffo. Dall’ago al milione, è sempre così. Ormai da un pezzo e anche le decisioni del rettore Montanari non fanno accezione.
Mi sento vox clamans in deserto, ma adempio il dovere civico della verità documentata con chiarezza. Dunque, non è per amore stracittadino, ma anche dopo lo schiaffo alla memoria di Mauro Barni nessuno può negare che i suoi meriti scientifici, civici, professionali-umani e politici, a Palazzo pubblico e, in specie, nei rettorati universitari di ambedue gli Atenei, lo annoverano tra i grandi senesi di ogni tempo. Scrissi anche che “sono testimone del suo operato quale presidente della Scuola di Lingua e Cultura Italiana per Stranieri e di principale artefice della trasformazione in vera e propria Università statale”. Della prima, rappresentante di minoranza della Provincia, ero nel CdA (anni 1979-1985 e 1999- 2000) quando si lottava con i denti per fare sopravvivere la gloriosa Scuola erede della ‘Cattedra di Tascana Favella’ istituita in Siena dal Granduca Ferdinando I, nel 1588 e rifondata il 1° agosto1917 da Antonio Lombardi, Ruggero Favre e Imperiera Matteucci Serpieri le cui lezioni non vennero interrotte nemmeno durante la seconda guerra mondiale. Quindi, sorretta da contributi istituzionali e da borse di studio private, fu portata avanti in modo eroico dalprofessor Armando Vannini e, poi, dall’Azienda Autonoma di Turismo per indiscusso merito del presidente Lelio Barbarulli, del direttore Giulio Pepi e dai loro collaboratori, fra i quali Federico Sani, Ebe Fiorentino e Luigi Migliorini.
Mauro Barni è stato presidente una prima volta della Scuola per Stranieri, mentre era Rettore Magnifico dell’Ateneo plurisecolare e, se al compianto successore Carlo Stuart si deve la prima sede di Piazzetta Grassi, è principalmente merito di Barni il riassetto giuridico (L.359 dell’1 maggio 1976), che la identificava come Istituto d’Istruzione Superiore con ordinamento speciale. L’acquisizione della personalità giuridica e amministrativa, didattica e disciplinare sotto la vigilanza del Miur, concretizzò la sospirata sicurezza di vita della Scuola. Questa è storia: come membro del CdA, con i nostri parlamentari Amintore Fanfani, Brunetto Bucciareli Ducci , Martino Bardotti, Alberto Monaci ed Enzo Balocchi non abbiamo fatto mancare mai al professor Barni il sostegno costante dei Ministri della Pubblica Istruzione, Malfatti, Falcucci, Galloni, Misasi, Russo Iervolino, tutti vivamente interessati, e pure dei deputati del centrosinistra, fino al traguardo della trasformazione della Scuola in Università Internazionale. raggiunto col nuovo Statuto (fine anni ’80- inizio ’90).
Mauro Barni ne fu il primo Rettore che, in tale veste, istituì i suoi primi corsi di studio. Si era dedicato anima e corpo alla nascita della nuova università. Per queste motivazioni intensamente vissute vicino a lui, pur con reciproche culture diverse e con correttezza democratica, mi sento in dovere di rivendicarne la memoria da onorare degnamente.
Per questo mi rivolgo ora al sindaco Nicoletta Fabio e ai consiglieri comunali tutti, chiedendo loro di rimediare al torto storico perpetrato dall’Unistrasi, intitolando una via, o una piazza, all’ex sindaco –rettore Mauro Barni, senza dubbio un grande di Siena.
Pier Paolo Fiorenzani