SIENA. Pochi senesi sanno che la locale Università per stranieri è frequentata per più dell’ottanta per cento da studenti italiani. In assenza di consistenti numeri di universitari provenienti da oltre confine, l’ateneo, che annualmente accoglie circa 2mila giovani, si è ritagliato uno spazio diversificato e complementare ai corsi linguistici e letterari svolti nell’altra plurisecolare Università senese. La nuova integrativa missione viene apprezzata dagli studenti che valutano con soddisfazione l’offerta didattica, tendente a formare professionalità che il mercato del lavoro stima e ricerca.
I corsi di laurea programmati incrociano i desideri e l’interesse degli studenti italiani, ai quali, al termine dei corsi, viene offerto un ampio ventaglio di effettive opportunità di occupazione. L’obiettivo istituzionale rimane però quello di accogliere una più vasta platea di studenti stranieri. L’ostacolo principale consiste nel reperimento dei posti letto per ospitarli nel loro soggiorno nella terre di Siena. Il PRR ha stanziato un miliardo e 200 milioni per realizzare sull’intero territorio nazionale 60mila posti letto per gli universitari entro il 30 giugno 2026. Obiettivo ambizioso atteso che in 25 anni in Italia sono stati approntati con cofinanziamento statale soltanto 34.942 posti. I bisogni sono invece enormi perché nella Penisola gli studenti fuori sede sono circa 900mila dei quali la metà fuori regione. A Siena si è presentato qualche progetto per ottenere i fondi PRR o il governo locale era in posizione di riposo in attesa di cambiar passo? Di sicuro sotto la Torre sono dimezzati i posti letto per “mettere a norma” le residenze già funzionanti gestiti dall’Azienda Regionale per il diritto allo studio universitario. Agli studenti che ne hanno diritto viene, dato in sostituzione del posto-letto, un contributo per pagare l’affitto.
Purtroppo, per effetto del turistico Airbnb, il reperimento di un letto è diventato su tutto il territorio nazionale difficile e costoso. Eppure sul terreno dei servizi si gioca il futuro degli atenei. La concorrenza sarà spietata e decisiva per i piccoli centri. I dieci istituti di istruzione terziaria di Milano,per esempio, sono in atto frequentati da 30mila studenti stranieri (una popolazione superiore a quella di Poggibonsi). Il 25% dei 4mila studenti dell’Accademia di Brera vengono dall’estero. Anche nel capoluogo meneghino i posti letto mancano e quelli esistenti hanno prezzi altissimi. Dunque la competizione tra atenei è già dura, Lo sarà ancor più in futuro per effetto del calo demografico, dello sviluppo dell’insegnamento telematico e dell’attivazione di corsi in lingua inglese in quasi tutte le università. La differenza la faranno la qualità dell’offerta formativa e i servizi.
Occorre allora che gli Enti locali si diano una mossa. A Siena forse è necessario azionare quella marcia in più auspicata a Natale dalla sindaca. Auguri!
Enzo Martinelli