Mancano i letti per studenti: un ruolo determinante per la scelta dell'Università

SIENA. Il Comune e l’Università di Siena hanno di recente sottoscritto un “protocollo d’intesa”, formalizzando, secondo modalità proprie dei tempi multimediali, una stabile convivenza o “un matrimonio” che tra le due istituzioni dura ormai da secoli. La storia è lì a dimostrarlo e a rendere testimonianza al costante reciproco sostegno che i due Enti si sono sempre scambiati nell’interesse della città. Il sintetico contenuto del “protocollo”, riportato dalla stampa locale, evidenzia le molte buone intenzioni elencate dal sindaco e dal rettore per sostenere l’ateneo, impegnato in un difficile contesto nazionale per attrarre da altre Regioni studenti e sviluppare al meglio le attività di studio e ricerca.
L’impresa non è facile nella stagione della crisi demografica, dell’istituzione di nuove università (nel 1994 erano 60 ora sono quasi un centinaio) ormai diffuse in tutte le province della Repubblica (si contano quasi 400 sedi), della forte (spesso sleale) concorrenza degli atenei telematici, dell’aumento delle iscrizioni di studenti italiani a università straniere o agli Istituti tecnici superiori. Fermo restando che la qualità dell’offerta formativa avrà un rilevante peso nelle scelte dei futuri iscritti (a Siena arrivano dal centro-sud, a Pisa e Firenze anche dal nord) la effettiva disponibilità dei servizi di vitto e soprattutto di alloggio giocheranno un ruolo determinante per la scelta della sede senese da parte degli studenti.
Questione quest’ultima che a Siena riguarda anche l’Università per stranieri, Santa Chiara Lab, Accademia Siena Jazz, Chigiana, Erasmus, Conservatorio Franci, Istituti Tecnici superiori, istituzioni culturali che per funzionare hanno necessità di una utenza che il territorio provinciale non può oggettivamente fornire. L’accoglienza di “esterni” è storica nella città del Palio che in passato con l’Opera universitaria, il San Marco, il Pendola, il Convitto Tolomei, i Conservatori Riuniti, il Santa Teresa, il Sant’Anna, il Sacro Cuore, il Seminario Regionale e con i privati ha ospitato studenti intenti a conseguire il diploma o la laurea. Oggi la mano pubblica con l’Azienda regionale per lo studio universitario gestisce (non senza contestazioni) l’offerta di alloggio e mensa agli studenti che, negli ultimi anni, hanno però visto ridotti da due a una le mense e quasi dimezzati i posti letto disponibili nelle residenze universitarie a seguito di lavori di ristrutturazione.
I giovani beneficiari di provvidenze ricevono contributi per pagare l’affitto presso abitazioni private in un mercato ormai saturo e sempre più limitato per il crescente numero di affittuari “brevi” appannaggio dei turisti. Ora la Giunta Comunale si appresta a dettare nuove normative per regolamentare la vita del centro storico. Ebbene sarebbe un grave danno per le Università e per gli altri Enti culturali (che hanno tutti necessità di posti letto) se nella nuova normativa le esigenze degli studenti non dovessero trovare prioritaria adeguata tutela e protezione. A farsi male Siena, in questo secolo, ci ha già provato e c’è riuscita. Attenti a non fare il bis!
Enzo Martinelli