SIENA. Più di un terzo dei 43.364 senesi convocati alle urne per eleggere il sindaco sono rimasti a casa. Un altro terzo dei 27.674 cittadini che ha partecipato alle votazioni esprimendo consenso alle liste civiche dovrà al ballottaggio o arricchire la già alta percentuale degli astensionisti o votare uno dei due candidati espressione dei partiti.
Dunque il candidato o l’elettore “civico” finirà per essere tale a mezzo servizio, atteso che anche quando va a votare per il rinnovo del Consiglio Regionale, del Parlamento nazionale o europeo è costretto a scegliere i candidati dei partiti che, secondo la Costituzione, concorrono all’affermazione del metodo democratico.
Il cosiddetto “civismo” sembra dunque una debole risposta alla crisi dei partiti; segnala più una patologia del metodo democratico piuttosto che una efficace rimedio.
A Siena tuttavia la vittoria finale è in mano agli elettori delle tante liste civiche che hanno affollato con i loro simboli le schede. frammentando i loro i consensi e che ora dovranno scegliere tra “la sinistra” e il centrodestra”.
Anna Ferretti infatti non coglie nel segno quando dice “ora è chiaro sarà centrosinistra contro centrodestra”, assegnando al PD un ruolo di “centro-sinistra”, che potrebbe addirittura irritare la nuova segretaria nazionale. Al ballottaggio la Ferretti avrà i voti civici dei tanti elettori già di sinistra delusi, pentiti o radiati. Difficilmente potrà attingere cospicui consensi dall’elettorato civico moderato, che al primo turno non era rappresentato nelle sue liste. Non è detto però che l’elettorato civico moderato voterà per la Nicoletta Fabio, proprio per l’egemonia che la “destra” esercita sulla sua candidatura.
Insomma, è prevedibile una rivincita civica con una massiccia astensione dal voto nella seconda tornata elettorale, fase che anche in passato ha registrato sempre alte percentuali. L’alternativa potrebbe essere una nuova fiammata di “trasformismo”, un fenomeno politico che nella città del Mangia ha solide radici e numerosi interpreti.
Il resto sono inutili chiacchiere e propaganda, che spesso lasciano il tempo che trovano in un contesto di grande incertezza come quella che si registra alla vigilia di ogni Palio.
Enzo Martinelli