Come aveva preconizzato Elena Cattaneo...
SIENA. “Siamo di fronte al rischio di veder nascere l’ennesimo “centro in mattoni” per realizzare programmi di ricerca sulle scienze della vita in un contesto nazionale e regionale già ricco di iniziative e di soggetti attivi e produttivi, bloccando risorse pubbliche che potrebbero essere meglio utilizzate”. Cosi si espresse Elena Cattaneo, farmacologa, biologa, ordinaria dell’Università di Milano e senatrice a vita, all’indomani dell’approvazione della legge istitutiva del Centro antipandemico di Siena.
Dopo due anni e mezzo dalla nascita, del Centro non è però stato ancora messo il primo mattone. E’ stato tuttavia costruito un carrozzone di carta con statuti reiteratamente revisionati, regolamenti, nomine, revoche e dimissioni di amministratori e consulenti, proclami politici di ogni genere, atti di accusa, dichiarazioni, rimpallo di responsabilità, che finora hanno prodotto solo confusione e attese deluse.
Sul piano della concretezza la questione ha determinato a Siena tre esiti nefasti, ovvero si è rilevato un incauto indebitamento di Tls, la Fondazione MPS si è spesa in modo discutibile a favore Tls per ripianare il debito e infine il Governo ha ridotto il finanziamento del costituendo Centro di 135mila euro.
Quest’ultimo fatto era stato ipotizzato dalla Cattaneo nel gennaio 2022 con la seguente dichiarazione: ”I fondi del PNRR sono una grande opportunità, ma anche un grande rischio qualora la spartizione preventiva delle risorse tra gli enti chiamati a competere finisse col prevalere sull’interesse pubblico”. E ancora: ”Con questa logica di magia elettorale, anche la gestione dei fondi PNRR è a rischio”.
La senatrice aveva contestato la creazione del polo scientifico senese, accusando Enrico Letta di “usare la ricerca come merce di scambio”, di ignorare colpevolmente i reali bisogni della scienza in Italia e di favorire disuguaglianze tra studiosi, enti e territori. Definì il Centro il “premio per corrispondere alle promesse formulate nella campagna elettorale per vincere il Collegio di Siena. Una concorrenza sleale contro tutti gli enti costituiti, che devono competere tra loro e con altri per conquistarsi le risorse necessarie”.
Siffatte argomentazioni nella città del Palio sono state o ignorate o strumentalizzate o banalizzate in una deplorevole dialettica orientata alla reciproca delegittimazione delle classi dirigenti.
Per recuperare il terreno perduto e salvare il salvabile sono necessarie comuni convergenze, propositi e azioni dirette a favorire le apprezzate locali presenze produttive e di ricerca private e pubbliche a partire da quelle universitarie finora relegate a un ruolo secondario. Le professionalità e le competenze esistenti sul territorio hanno ottime potenzialità per competere con altri centri di ricerca nazionali nell’assegnazione delle risorse. Finora l’unica idea bipartisan messa nero su bianco è stata quella relativa alla costruzione di 6 aule, in tempi di denatalità, nella ex caserma dei Vigili del fuoco (5 anni di tempo) per preparare (altri 5 anni) i diplomati dell’ex Monna Agnese per il Biotecnopolo. Un obiettivo molto distante e misero rispetto a quelli internazionali accennati dalla professoressa Cattaneo.
Il resto ha… da venì da Roma!
Enzo Martinelli