Occorre ridare respiro ai valori fondativ del PD
SIENA. Confesso di non essere stato molto attratto, almeno sino a poco tempo fa, dalla nuova ‘sfida’ nazionale lanciata, in casa democratica, per la guida del prossimo governo. Troppi protagonismi, troppi rivoli personalistici e di gruppo malcelati dietro un bagaglio di storie politiche spesso strumentalmente ridotto al rango di stampa identitaria da ‘T-shirt”. Non sono mai mai stato folgorato, neanche in gioventù, dal culto della persona: mai attaccato un poster con la faccia di qualcuno, al massimo quella di una squadra di calcio. Le idee, quelle sì, mi hanno sempre affascinato e trascinato; gli obiettivi, una visione, una nuova rotta da seguire. Forse per questo, se oggi dovessi pensare ad un manifesto da appendere, saprei almeno quali parole scriverci: lavoro, vera testimonianza della capacità umana di trasformare e migliorare, intelligenza, sostenuta dallo studio e dall’esperienza; entrambi fonti di dignità, equità, benessere e dunque di libertà. E il coraggio: di agire e reagire. Di assumersi il rischio di fare e di cambiare. Soprattutto quando si è immersi in un presente profondissimo che la storia, forse, racconterà come uno dei grandi momenti di rottura, di fine e di ricerca di nuove strade per l’umanità.
La politica
La politica è necessaria, i mercati da soli non ce la fanno, non ce l’hanno mai fatta. Quale politica? Quella disegnata dai Padri costituenti, certo, almeno per me. Ma in molti, in troppi, hanno tradito le voci delle persone oneste che non rinunciano all’idea che i propri figli possano vivere in un mondo migliore. Lo abbiamo visto tra le ceneri della prima Repubblica, lo sentiamo di più oggi dopo quasi vent’anni di esperienza politica che ha messo alle corde la tenuta morale del Paese.
Il partito democratico
Mi sono avvicinato alla vita politica attiva all‘età di trentacinque anni, con un lavoro conquistato già da diversi anni e studi portati a termine a Siena. Il progetto del PD mi è apparso subito come un slancio di fiducia verso il futuro, un atto di generosità politica delle forze che nel Novecento hanno dato vita alla Repubblica e non il frutto di una fusione a freddo: il progetto era e resta valido, ma la sua realizzazione è ancora incompiuta. Non poche sono le distorsioni da correggere che hanno accompagnato il suo valido impianto ideale. Non c’è bisogno di inventare, molto è stato già pensato e scritto. Occorre ridare respiro ai suoi valori fondativi: massima democrazia interna, confronto reale e costante, primarie genuine e aperte per incoraggiare civismo e partecipazione, mescolanza culturale e contaminazione delle migliori pratiche politiche, spazio più ampio possibile alla ricchezza e alla forza intellettuale delle donne, superamento delle appartenenze fondate sulla difesa di posizioni di potere, collocazione delle differenze etico-religiose nella sfera di una libertà di coscienza che muova dal non negoziabile valore della dignità umana. Con la consapevolezza che il partito democratico fa ormai parte di un percorso irreversibile nella coscienza popolare forse più di quanto ciò non sia ancora nel sentimento collettivo interno al partito stesso.
Guidare e cambiare l’Italia: un segnale forte per il futuro
Il prossimo governo nazionale dovrà ridare impulso alle capacità straordinarie di un popolo, oggi piegato e ferito, ma vivo e bisognoso, come non mai, di orizzonti concreti, disegnati da persone in grado di ritessere la lacerata trama morale e sociale del Paese, partendo, prima di tutto, dai bambini e dalla scuola che li prepara. Puntando su una rinnovata ma ancor oggi pericolosamente incrinata credibilità delle istituzioni, su un progetto economico che al rigore dei conti, all’annientamento della corruzione pubblica e privata, all’abbattimento di tutti i veri spread (fisco, burocrazia, giustizia, etc.) che ci tengono lontani dalla crescita, aggiunga anche la capacità di dare nuova e concreta speranza collettiva: l’unica capace di creare progresso e lavoro dignitoso. Il PD, tutto il centrosinistra, può e deve dare un segnale forte all’Italia: i giovani siano protagonisti, costruttori del proprio futuro e credano ancora nella via politica e democratica. È per questo che anche uno come me, poco sensibile al fascino personale, pensa oggi che un messaggio straordinariamente nuovo possa essere quello di sostenere, arricchire e corroborare un progetto di governo che, rispettoso di un patrimonio comune di valori e di azioni, prenda sul serio il coraggio e la caparbietà di un giovane democratico e bravo amministratore come Matteo Renzi. Anche così l’Europa sarà più vicina.
Fulvio Mancuso – Responsabile politiche economiche – membro dell’Esecutivo del PD di Siena