di Mauro Aurigi
Mi frulla per la testa una certa idea a proposito dei “no vax”. Credo che tutti loro stiano cercando il classico pelo nell’ovo pur di dichiararsi contrari ai vaccini. Mi spiego meglio: mettiamo, per puro esempio, che un medico prescriva a un no vax l’assunzione di un medicinale qualsiasi, prendiamo il LERCAPREL contro l’alta pressione (patologia che può avere gravi ed anche gravissimi esiti come l’ictus). Quel no vax cercherà il pelo nell’ovo anche in questo medicinale per giustificare il suo rifiuto ad assumerlo, oppure lo butterà giù senza tanti complimenti, come fa nei confronti di qualsiasi altro medicinale scientificamente prodotto per fronteggiare una qualsiasi altra patologia?
Non conosco alcun no vax, ma, andando a naso, sono certo che il LERCAPREL (e ogni altro medicinale prescritto per qualsiasi altro malanno) lo ingoiano senza tanti complimenti.
E allora sono giunto alla conclusione che l’avversione verso i vaccini anti-epidemia non abbia una ragione razionale ma ne abbia una di tipo etico, di tipo stupidamente religioso per intenderci. Esattamente come i Testimoni di Geova che preferiscono morire (e muoiono!) piuttosto che accettare una trasfusione di sangue.
Purtroppo contro la stupidità religiosa da millenni non esiste alcun medicinale che abbia avuto successo: i no vax ce li dobbiamo tenere.
Mauro Aurigi
Post scriptum
Ma in fin dei conti almeno una ragione i no vax ce l’hanno. Fino ad ieri, prima di dichiarare valido un vaccino, ci volevano 6 o 7 anni di prove, sperimentazioni e controlli. Col corona virus non abbiamo badato a spese: dopo appena un anno il vaccino era già pronto per essere inoculato. Ma d’altra parte si poteva per cautela aspettare sei o sette anni mentre la gente in tutto il mondo ci moriva intorno (compresi i nostri figli e i nostri genitori) probabilmente non a milioni, ma a miliardi?
m.a.