Grasso: "E' necessario che l’amministrazione universitaria metta a disposizione degli organi di controllo il dettaglio dei ratei e risconti passivi"
di Giovanni Grasso
SIENA. Un clamore mediatico imprevisto! La notizia – sulla non corretta allocazione delle partite di giro nel rendiconto finanziario consuntivo 2013 – è rimbalzata nientepopodimeno che in ambienti vicini alla presidenza della Repubblica e a quelli della Banca d’Italia, della Ragioneria Generale dello Stato e dell’anticorruzione. Scherzi a parte, il silenzio, invece, è stato assordante e il rettore ha risposto indirettamente, a suo modo, lanciando il progetto «Siena siamo noi. Un futuro per Siena». Nello stesso tempo, considerando «gli ultimi due conti economici consuntivi chiusi in utile», ha distribuito – “secondo criteri di merito accademico e scientifico” – a circa il 33% dei docenti 1,7 milioni di euro di fondi ministeriali relativi agli anni 2011-2013. In tal modo, pensa d’aver tacitato anche il disfattista che mette in dubbio la correttezza dei bilanci! Noi però, cocciuti, siamo ancora in attesa delle risposte sulle partite di giro e, intanto, continuiamo ad analizzare altri punti oscuri del bilancio.
Per l’ateneo senese, l’esercizio 2013 è davvero cruciale. Infatti, con un disavanzo di amministrazione di 46 milioni di euro (al 31 dicembre 2012), il bilancio di previsione 2013 indicava una perdita d’esercizio di 6 milioni di euro, alla quale aggiungerne altri 13 tra mutui e investimenti. Da ricordare, inoltre, che il collegio dei revisori dei conti, nell’esprimere «parere contrario all’approvazione da parte del CdA del bilancio di previsione 2013, auspica che il Ministero definisca i criteri per il dissesto finanziario e quindi possa assoggettare l’Ateneo a tale procedura prima che la situazione economica, finanziaria e patrimoniale degeneri ulteriormente.». Perciò, molti si chiedono quale altro sapiente maquillage, oltre alle partite di giro, ha permesso all’amministrazione universitaria di chiudere il consuntivo 2013 con un avanzo di competenza di 6,91 milioni di euro, quando, invece, era previsto un consistente disavanzo.
Il rendiconto finanziario consuntivo 2013 illustra alcune voci patrimoniali attive e passive relative all’anno 2013 e al 31 dicembre 2012, evidenziando i movimenti verificatisi nel 2013 riferiti ai due anni, mostrando così i residui delle voci patrimoniali al 31 dicembre 2013. Con riferimento all’anno 2012, alla voce “oneri per il personale” risulta, al 31 dicembre 2012 un “residuo” di 32.745.809,00 €, un “pagato” di 7.778.009,64 € e un “rimasto da pagare” per 10.660.759,58 €, con una differenza aritmetica di 14.307.039 €, che non appare in evidenza nel patrimoniale al 31 dicembre 2013. Analogamente, alla voce “interventi a favore degli studenti” risulta, al 31 dicembre 2012, un “residuo” di 10.410.378,00 €, un “pagato” di 576.118,20 € e un “rimasto da pagare” di zero, con una differenza aritmetica di 9.834.259,80 €, che non appare in evidenza nel patrimoniale al 31 dicembre 2013.
Per adeguarsi ai nuovi “principî contabili”, i due valori, che non appaiono in evidenza nel patrimoniale al 31 dicembre 2013, sembra siano stati riclassificati, sempre nel patrimoniale al 31 dicembre 2013, nei “ratei e risconti passivi” per 18.421.376,97 € e nel “fondo rischi e oneri” per 5.803.181,47 €. I ratei e risconti passivi si riferiscono a progetti e ricerche in corso, mentre il “fondo rischi e oneri” è riferito a copertura di future sopravvenienze passive o per coprire costi che alla data di chiusura dell’esercizio non hanno dato origine a obbligazioni giuridicamente perfezionate. A questo punto, è necessario che l’amministrazione universitaria metta a disposizione degli organi di governo e di controllo e ai soggetti interessati il dettaglio dei ratei e risconti passivi, possibilmente prima del 28 maggio, giorno di un’altra udienza del processo sul dissesto dell’ateneo senese. Come ci ricorda il Decreto interministeriale 19/2014, «un documento contabile per poter essere chiaro deve, innanzitutto, essere veritiero.»