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Gentile Redazione,
non ci piace per niente l'idea che l'Università, per pagare i debiti contratti a causa di una amministrazione dissennata se non disonesta, debba alienare i suoi beni immobili, patrimonio in definitiva di tutta la comunità senese che assiste allibita alle vergognose sceneggiate di questi giorni. Questa prospettiva non ci piace, ma temiamo che non ci siano alternative in questi tempi di vacche magre per Monte e Fondazione.
Se vendita deve essere, allora che si valuti con la massima attenzione la proposta di cedere alla Regione Toscana il Policlinico delle Scotte, struttura che in fondo la città non ha mai sentito "sua", compiendo una operazione che avrebbe anche una sua logica di futura chiarezza gestionale della sanità.
L'importante è però che non ci si illuda, una volta tamponato il buco di bilancio, di riprendere l'andazzo corrente come se nulla fosse accaduto. La gravissima crisi attuale, prodotta soprattutto da un modello di gestione che, con l'interessato beneplacito sindacale e politico, ha gonfiato a dismisura i ruoli del personale tecnico-amministrativo e non ha esercitato la dovuta selezione tra quello docente, deve essere l'occasione per realizzare un indispensabile rinnovamento.
A questo proposito condividiamo in pieno quanto dichiarato da Bezzini, segretario provinciale del Pd, quando parla di "un progetto di qualificazione e riorganizzazione della didattica e della ricerca che riduca la dispersione, si focalizzi sulla qualità e che valorizzi il merito".
A differenza di Bezzini e dei sindacati noi riteniamo però che lo strumento giuridico ideale per attuare questo "progetto strategico concreto" potrebbe essere la Fondazione di diritto privato prevista dal DL 112, ipotesi che crediamo tra qualche tempo sarà giocoforza presa in considerazione, ci auguriamo senza preconcetti, ma con lo spirito di assicurare un grande futuro alla nostra Università.
Distinti saluti
Associazione Terra di Mezzo, Siena