SIENA. Anche in questi giorni, come ormai avviene da molto tempo, l’università di Siena si conferma il centro dell’attenzione: tutti ne parlano con la convinzione di avere la verità del passato e la ricetta per il futuro, ma la crisi resta e difficili appaiono le soluzioni .Eppure, che ci crediamo o meno, assolutamente in forma indipendente dalla forza politica alla quale ci troviamo legati, bisogna tutti quanti impegnarci per una risposta positiva a questo drammatico problema.
Sul passato nulla da dire, perché tutto è già stato detto e scritto. L’errore c’è stato e ne conosciamo la provenienza : scelte sbagliate da parte di chi ha avuto il ruolo di governo della città e dell’università in questi ultimi anni. Ora si cerca aiuto, poi si critica se l’aiuto non viene, ma nessuno vuole fare un passo avanti. Ecco che allora si sceglie la strada della vendita, prima del San Niccolò, poi del policlinico e poi ci troveremo a utilizzare questi immobili e a pagare affitti che forse l’università di Siena non potrà permettersi. Poi si cerca di vendere Pontignano e poi chissà quali altri immobili, che potranno forse passare a realtà pubbliche che consentiranno anche in futuro di utilizzarli per le stesse finalità, oppure invece in mano a privati che concederanno al massimo un periodo di utilizzo in attesa di cambi di destinazione, che, come nel caso della Sapori, otterranno rapidamente, grazie all’aiuto di chi governa.
Ma poi alla fine, cosa accadrà quando non ci sarà più nulla da vendere? Un bel problema davvero! Allora si arriva alla geniale soluzione dell’ultima ora: si riducono corsi di laurea, sicuramente troppi, si manda in pensione il personale docente e per questa via si crede di risolvere la situazione e togliere le perdite di esercizio che sono tante, ma tante davvero, milioni di euro, qualcuno parla di trenta ogni anno, qualcuno di cinquanta e oltre.
Messa così, la situazione dell’università appare senza speranza anche a me, sicuramente l’ultimo tra gli ultimi nella lista di coloro che possono esprimere considerazioni in merito. Ma una valutazione voglio farla ugualmente. Non è possibile uscire da questa situazione senza l’aiuto del governo nazionale, così come non è possibile, e mai sarà possibile, pensare di avere a disposizione denari in una situazione di difficoltà generale senza un programma credibile di risanamento, capace di ridurre le perdite e di aumentare le entrate in totale simbiosi tra loro, perché una scelta senza l’altra porta solo ad ingigantire il problema e soprattutto non sarà possibile che un eventuale intervento possa passare dalle mani di chi è sicuramente tra i responsabili di questa situazione.
Forse è il momento di dire basta. Il problema non è stato creato da parte di coloro che nell’università lavorano, ancor meno da coloro che hanno scelto questa Università per studiare, per costruire il proprio futuro, e credetemi, anche i governi che in tutti questi anni si sono succeduti, a parte alcuni ai quali i attribuisco tante colpe, sono difficilmente da considerare colpevoli di tale situazione.
Ma coloro che governano questo territorio sì, questi hanno davvero tante colpe: la loro politica sciagurata basata sulla clientela fine a se stessa, perpetrata solo per mantenere il proprio potere nella città, è certamente alla base del problema di oggi. Pensateci, pensiamoci tutti, questo è il momento della resa dei conti: chi ha gestito ha fallito e non può continuare a far danno. Via l’arroganza, via ogni forma di supponenza e di falsa capacità, ormai tutti sappiamo come stanno le cose, non siamo più ingannabili e quindi per il bene di tutti i cittadini di Siena, di tutti coloro che all’università lavorano, e per il bene degli studenti dovete solo fare un passo indietro ed ammettere l’incapacità ad andare avanti. Fatto questo vedrete che ci saranno attenzioni, quelle giuste, quelle che servono, ma che dovranno partire dal punto zero.
Massimo Mori Consigliere provinciale gruppo PDL
Sul passato nulla da dire, perché tutto è già stato detto e scritto. L’errore c’è stato e ne conosciamo la provenienza : scelte sbagliate da parte di chi ha avuto il ruolo di governo della città e dell’università in questi ultimi anni. Ora si cerca aiuto, poi si critica se l’aiuto non viene, ma nessuno vuole fare un passo avanti. Ecco che allora si sceglie la strada della vendita, prima del San Niccolò, poi del policlinico e poi ci troveremo a utilizzare questi immobili e a pagare affitti che forse l’università di Siena non potrà permettersi. Poi si cerca di vendere Pontignano e poi chissà quali altri immobili, che potranno forse passare a realtà pubbliche che consentiranno anche in futuro di utilizzarli per le stesse finalità, oppure invece in mano a privati che concederanno al massimo un periodo di utilizzo in attesa di cambi di destinazione, che, come nel caso della Sapori, otterranno rapidamente, grazie all’aiuto di chi governa.
Ma poi alla fine, cosa accadrà quando non ci sarà più nulla da vendere? Un bel problema davvero! Allora si arriva alla geniale soluzione dell’ultima ora: si riducono corsi di laurea, sicuramente troppi, si manda in pensione il personale docente e per questa via si crede di risolvere la situazione e togliere le perdite di esercizio che sono tante, ma tante davvero, milioni di euro, qualcuno parla di trenta ogni anno, qualcuno di cinquanta e oltre.
Messa così, la situazione dell’università appare senza speranza anche a me, sicuramente l’ultimo tra gli ultimi nella lista di coloro che possono esprimere considerazioni in merito. Ma una valutazione voglio farla ugualmente. Non è possibile uscire da questa situazione senza l’aiuto del governo nazionale, così come non è possibile, e mai sarà possibile, pensare di avere a disposizione denari in una situazione di difficoltà generale senza un programma credibile di risanamento, capace di ridurre le perdite e di aumentare le entrate in totale simbiosi tra loro, perché una scelta senza l’altra porta solo ad ingigantire il problema e soprattutto non sarà possibile che un eventuale intervento possa passare dalle mani di chi è sicuramente tra i responsabili di questa situazione.
Forse è il momento di dire basta. Il problema non è stato creato da parte di coloro che nell’università lavorano, ancor meno da coloro che hanno scelto questa Università per studiare, per costruire il proprio futuro, e credetemi, anche i governi che in tutti questi anni si sono succeduti, a parte alcuni ai quali i attribuisco tante colpe, sono difficilmente da considerare colpevoli di tale situazione.
Ma coloro che governano questo territorio sì, questi hanno davvero tante colpe: la loro politica sciagurata basata sulla clientela fine a se stessa, perpetrata solo per mantenere il proprio potere nella città, è certamente alla base del problema di oggi. Pensateci, pensiamoci tutti, questo è il momento della resa dei conti: chi ha gestito ha fallito e non può continuare a far danno. Via l’arroganza, via ogni forma di supponenza e di falsa capacità, ormai tutti sappiamo come stanno le cose, non siamo più ingannabili e quindi per il bene di tutti i cittadini di Siena, di tutti coloro che all’università lavorano, e per il bene degli studenti dovete solo fare un passo indietro ed ammettere l’incapacità ad andare avanti. Fatto questo vedrete che ci saranno attenzioni, quelle giuste, quelle che servono, ma che dovranno partire dal punto zero.
Massimo Mori Consigliere provinciale gruppo PDL