SIENA. Proprio a ridosso di un convegno sulla crisi dell’economia toscana e senese che il Movimento Cristiano Lavoratori insieme a IRPET (Istituto Regiona Programmazione Toscana) terrà il 5 dicembre nell’Attico della Camera di Commercio di Siena, assistiamo preoccupati, anche quest’anno, alla riproposizione dell’annoso problema degli addobbi natalizi nel Centro Storico.
Da una parte gli esercenti, stretti sempre più nella morsa di una situazione economico-finanziaria difficile, quando non drammatica; dall’altra il nostro Comune, che, ritenendo l’addobbo del Centro con le sue luminarie non un vantaggio per tutta la Città, i suoi residenti ed i suoi visitatori, ma una sorta di “trappola al neon” che gli esercizi commerciali mettono per incentivare i clienti sotto le festività, “nicchia”, limitandosi a coprire la spesa relativa all’allaccio ENEL ed al fabbisogno elettrico.
D’altro canto, potrebbe a prima vista apparire egoistica la presa di posizione degli esercenti che, a vario titolo, non vogliono assolutamente mettere mano al portafoglio (la cifra di co-finanziamento ammonterebbe ad € 150,00): peccato che tale scelta, in molti casi, sia dettata non da tirchieria ma dalla dura necessità dei tempi odierni!
Occorre, a Siena, ritornare al vero Buongoverno: che non è quello degli incontri dell’Assessorato alla Cultura (dal costo di qualche centinaio di migliaia di euro l’anno) e che appaiono, a chi scrive ed a qualche altro centinaio di Senesi, totalmente vacui ed autoreferenziali; perché è solo nella contemperazione degli interessi pubblici con quelli privati che la vera “Res Publica” prospera e cresce.
Oggi a Siena non è più così: il sistema di solidarietà tra individuo e collettività, matrice antica di questa Città, è definitivamente saltato, e si riesce a vedere solo la propria necessità, la propria ragione, dall’una come dall’altra parte.
Temiamo allora che, anche quest’anno, vedremo una scena triste, in cui la Siena natalizia somiglierà a quei Presepi stenti da Autogrill, ben lontana dall’immagine piena di festoni, ghirlande, vischio, pungitopo e luminarie che allietavano il Santo Natale di quando eravamo bambini!
Occorre che qualcuno faccia un passo in avanti, perché qualcun altro ne faccia uno indietro, con iniziative concrete e responsabili.
Ecco la nostra idea: cominci il Comune a dare il buon esempio, destinando agli addobbi natalizi, per quest’anno e per gli anni a venire, una quota parte del fondo (che ci risulterebbe ben capiente) derivante dalla riscossione dell’imposta comunale sulle insegne e pubblicità, nonché sulle targhe degli studi professionali.
Sarebbe un bel segnale, specie per chi, come il Comune, ha invocato di recente la necessità del rilancio della Fises per stare accanto alle aziende in difficoltà: un esempio di Buongoverno vero, applicato, non solo teorico o declamato.
Aspettiamo, su questo come su altri temi, risposte concrete.
Gianluca Fosi
Francesco Marchetti