La vicenda sollevata dall'onorevole Donzelli di FdI viene chiarita dall'amministratore di Intrepido Servizi

SIENA. Da Intrepido Servizi, a nome di Renato Lucci, riceviamo e pubblichiamo
SIENA. Sono certo che Luigi De Mossi sia del tutto estraneo alla campagna diffamatoria che in questi giorni mi sta riguardando e che tende a diffondere l’idea che la scelta politica dell’apparentamento al secondo turno possa essere stata condizionata da favori non ben definiti. Ne sono certo in primo luogo perché De Mossi mi conosce da tempo e credo sia ben consapevole della mia assoluta opposizione a qualsiasi forma di corruttela pubblica o privata. Egli sa anche che il mio rapporto con Pierluigi Piccini è ispirato da sempre a pura e consolidata amicizia e che mai si è degradato ad un rapporto d’affari in qualsiasi forma.
In secondo luogo la mia certezza si basa sulla competenza professionale di De Mossi che, quale avvocato, sa bene che un “procuratore speciale”, ruolo rivestito per un singolo atto in sostituzione dell’allora amministratore di Intrepido Servizi, non indica affatto l’esistenza di una stabile collaborazione con una società, che infatti non si è mai stabilita né sotto il profilo amministrativo né di partecipazione patrimoniale, ma soltanto, appunto, il mandato a presenziare ad un atto in sostituzione di chi ne ha titolo.
De Mossi è inoltre persona coscienziosa e, prima di scrivere in modo improvvido all’Autority sui contratti pubblici come ha fatto l’onorevole Donzelli di Fratelli d’Italia, si sarebbe informato sul reale “peso economico” della gara scoprendo agevolmente che l’importo “sbandierato” riguarda un quinquennio e non un anno di lavoro e che Intrepido Servizi riveste in esso un compito molto marginale: la gestione del Museo dell’Acqua con un fatturato annuo di circa 30mila euro pari all’8% dell’appalto, con un margine economico facile da immaginare. Una scelta politica come l’apparentamento elettorale sarebbe potuta dipendere da una “mancetta” di queste dimensioni? De Mossi avrebbe sicuramente accantonato la vicenda con un “non luogo a procedere” ed invece, evidentemente a sua insaputa, se ne è fatto un argomento di campagna elettorale sapendo che, dopo l’imminente risultato, nessuno vorrà più approfondire la vicenda. Resterà un’ombra sul mio nome, sulla mia azienda e sul mio amico Pierluigi Piccini su cui ogni tanto qualcuno si vorrà soffermare senza più nemmeno ricordarne i motivi. Ma, in quelle occasioni, siamo certi che potremo affermare, noi che siamo stati nostro malgrado diffamati, che il candidato De Mossi se ne scusò pubblicamente a nome di tutta la sua coalizione. Grazie.