Gli studenti scrivono sul salario accessorio

Sebbene l’aggettivo accessorio faccia pensare a qualcosa di opzionale, vogliamo subito evidenziare che invece si tratta di una parte intergrante della retribuzione dovuta al personale tecnico e amministrativo. Siamo molto critici nei confronti dell’ammistrazione proprio rispetto alla gestione di questa situazione ed in generale delle relazioni sindacali.
La mancata costituzione del fondo per il salario accessorio comporta una minore retribuzione rispetto alle attività svolte dai lavoratori del nostro Ateneo: basti pensare a chi fa un turno di notte o nel peggiore dei casi a chi quotidianamente espone la propria salute al rischio chimico nei laboratori dell’Università.
Troviamo innaccetabile che sia stato interrotto il tavolo della contrattazione sindacale, poichè è impensabile gestire un’amministrazione come quella dell’Università di Siena senza la collaborazione del PTA e senza il rispetto dei loro diritti.
Siamo, per altro, consapevoli che l’erogazione dei servizi di cui usufruiamo dipenda dal lavoro di questi ultimi e che con questa gestione, il reale ed evidente rischio è che tali servizi si basino su un equilibrio altamente precario.
È lampante l’assenza di una visione organica che abbia come scopo quello di garantire stabilmente l’apertura delle biblioteche, il funzionamento delle segreterie e dei centri servizi. Ad esempio, un caso che si trascina da troppo tempo è quello della facoltà di Lettere e Filosofia, con una segreteria studenti sottodimensionata rispetto al carico di lavoro che deve affrontare e ciò comporta moltissimi disagi : ritardi nelle pratiche e nella registrazione degli esami, riduzione degli orari di sportello e della possibilità di ricevere supporto ed informazioni.
Gli errori di questa amministrazione si sono palesati ancora nella situazione di San Miniato, dove la struttura non è adeguata al numero degli iscritti, dove le aule non sono sufficienti, mancano le sale studio, il numero dei laboratori è troppo ridotto in rapporto agli studenti che lì dovrebbero seguire i corsi. È altresì evidente che proprio in questa situazione abbiamo potuto a tal motivo verificare una totale incapacità di azione da parte Sua e di tutta l’amministrazione, con scelte che molto spesso sono state casuali e ampiamente discutibili.
Anche il bilancio consuntivo mostra l’insufficienza dei fondi messi a disposizione per l’edilizia universitaria, mettendo in luce l’assenza di un progetto spazi all’altezza delle esigenze di questo Ateneo.
È evidente che questo si concilia bene con una gestione fin quì praticamente assente e lontana dalle richieste reali degli studenti e dei lavoratori, quante volte questa amministrazione ha potuto verificare, confrontandosi con il corpo accademico, le priorità di questo nostro Ateneo? Quante volte Lei, o chi per la Sua persona, ha accettato un confronto più ampio, partecipato e democratico? Finanche nella gestione della nuova governance, si è palesato una evidente volontà di esautorare il dialogo e di sfinirlo con inutili contrapposizioni, senza che Lei abbia mai ritenuto necessario o opportuno alcun reale confronto nella costruzione della nuova Università.
Basti pensare a come è stata gestita la vicenda dello Statuto e dei Regolamenti, in cui Lei in totale solitudine e lontano dal più ampio e condiviso confronto, ha preferito riscrivere le più importanti norme del nostro Ateneo, senza che ritenesse minimamente opportuno un reale confronto e senza una reale volontà di intraprendere un percorso democratico che avvenisse durante la stesura di questi importanti documenti, rilegando il nostro ruolo di rappresentanza alla semplice presa visione del Suo operato e senza alcuna possibilità di incidere. È questa la sua idea di discontinutà rispetto al passato?
Per questo motivo oggi sono in gioco le più elementari e basilari regole di democrazia e di partecipazione, in gioco ci sono i diritti di ogni lavoratore e il pieno rilancio del nostro Ateneo, che non può più essere il frutto di semplici tagli lineari, nei quali fino ad ora hanno contribuito in modo pesante il solo ridimensionamento del personale e la diminuzione dei servizi degli studenti.
Non è più accettabile che si porti avanti un progetto di risanamento tartassando e mordificando le aspettative di un intero personale e precarizzando ulteriormente i servizi agli studenti.
Per queste ragioni, chiediamo all’amministrazione un cambio di rotta, la riapertura del tavolo delle trattive sindacali, una gestione del personale con una visione organica e strutturata, una revisione del piano spazi con dei termini chiari senza le continue dilazioni a cui abbiamo assistito negli ultimi tempi.
Crediamo sia arrivato il momento di chiarire in che direzione vogliamo che vada il nostro Ateneo, di ricostruire un progetto coinvolgendo non solo i pochi a Lei più vicini ma tutti i componenti della nostra Comunità accademica, proprio perchè riteniamo non più accettabile l’imposizione di ulteriori sacrifici in nome della responsabilità senza che a questi seguano azioni di reale coinvolgimento e di condivisione di importanti obiettivi per la nostra Università, come quello del rilancio e della crescita.
Link Siena – Sindacato Universitario